Nei giorni scorsi a ridosso del rilievo che ospita i resti, del terzo secolo a.C., appartenenti alla città fortificata romana di Castrum Novum fondata nel periodo iniziale della prima guerra punica – 264 a.C. – (quando Roma temendo l’invasione dal mare dell’allora potenza egemone nel Mediterraneo che era rappresentata da Cartagine fondò dei presidi militari lungo la costa in particolare nelle sue vicinanze ad es. la succitata Castrum Novum,Pyrgi,Alsium etc.) sono stati ripuliti tutti gli ambienti archeologici della cosiddetta domus piscator ( casa del pescatore).Così chiamata a causa dell’ampio ritrovamento, in loco, di vari ami da pesca e relativi aghi atti a riparare le reti ( fra l’altro nel mare fronteggiante è presente un sistema di peschiere che, insieme a quelle di Torre Astura, viene considerato il più grande del Mediterraneo). La casa, che è a pianta quadrata, appartiene all’epoca imperiale quando Roma aveva già risolto la “questione” cartaginese e, già da qualche anno, non essendovene più la necessità, aveva diffuso i suoi insediamenti costieri fuori da qualsiasi realtà fortificata. Questa domus é dotata del suo balneum (impianto termale) con acclusa forica (latrina) oltre a tanti altri elementi propri di una casa dell’epoca pozzo (ben visibile) incluso, è stata completamente riportata alla luce negli ultimi anni, sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica, grazie all’impegno dei volontari specializzati del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite (GATC – onlus), coordinati dall’archeologo Falvio Enei direttore scientifico di tutto il museo del castello di Santa Severa. Volontari del GATC che l’hanno anche dotata di bei pannelli esplicativi (illustrati ed a colori) i quali, in tutta la loro operatività, sono stati coadiuvati anche dagli archeologi cechi dell’Università di West Boemia. Nonostante i ritrovamenti effettuati, fra cui, oltre le strutture murarie, anche un dolio interrato, buchi da palo che fanno pensare all’esistenza di una tettoia ed altro ancora non è chiaro se la cosiddetta “domus del pescatore” fosse una casa privata oppure se si è in presenza, vista la sua estrema prossimiorità alla via Aurelia, di una mansio (che era gestita dallo stato) oppure ad una struttura non statale quale poteva essere (ad esempio )una caupona,una taberna oppure una mutatio, tutte realtà che, durante l’impero romano, avevano delle loro specifiche peculiarità messe a disposizione dei viaggiatori. Visitare anche direttamente la suddetta domus e le sue pertinenze è molto facile trovandosi proprio lungo la via Aurelia al km. 64,500 da Roma, si parcheggia, si supera il marciapiedi e si è dentro la storia.
Arnaldo Gioacchini