“LA BEFANA E GLI GNOMI”
di Della Porta Maia – Acquati Manuel Antonio Cristiano
Diaz Vivas Vittoria – Popa Alessio Ionut
Classe V D
C’era una volta una brutta vecchiaccia di nome Befana. Era una vecchina tozza e paffuta che viveva in una casa con un pappagallo in Transilvania.
Tutti i bambini che erano di quel quartiere pensavano che Befana fosse un po’ pazza perché, la notte tra il cinque e il sei gennaio di ogni anno, la sentivano parlare da sola. Ma la verità era un’altra! In realtà la Befana in quella notte scendeva, attraverso un passaggio segreto, sotto la sua casa, dove c’era una fabbrica sotterranea.
Lì incontrava i suoi gnomi-operai e con loro chiacchierava fino al mattino. Nella fabbrica c’erano gli gnomi specializzati in gemmologia, cucito, pozioni magiche e soprattutto in dolciumi, come le caramelle. Un giorno un operaio inventò la pozione “flybird” che cadde sopra la scopa, che così divenne magica in un istante e iniziò a pulire tutta la casa, perfino la fabbrica.
Inoltre prese i ferri e la lana e iniziò a cucire tante calze calde per gli gnomi-operai. La Befana, alla vista di quelle splendide calzette, ebbe un’idea: volle riempirle con tante caramelle fatte dai suoi gnomi e portarle ai bambini del suo quartiere.
Non erano mai stati buoni con lei, ma il tempo aveva curato le sue ferite e ora era stanca di vivere sempre in solitudine e di essere derisa la notte tra il cinque e il sei gennaio.
“Da quel giorno così Befana, in accordo con i suoi gnomi-operai, tra il cinque e il sei gennaio porta le caramelle a tutti i bambini del mondo che l’aspettano con impazienza.”