Al Museo dell’Ara Pacis una mostra promossa dalla Sovrintendenza Capitolina, coprodotta e curata dalla Cineteca di Bologna, racconta i tanti volti dell’attore più conosciuto del cinema italiano: Marcello Mastroiannidi Barbara Civinini
Il Marcello di Ieri, oggi, domani, che ulula accanto ad una splendida Loren, oppure quello della Dolce vita, ammaliato da una giunonica Ekberg che s’immerge nella fontana di Trevi, oppure il Marcello schivo che nella vita privata non si piaceva, come confidò negli anni 70 a Oriana Fallaci che lo intervistò per l’Europeo. Lo racconta, nei suoi tanti volti, la mostra promossa dalla Sovrintendenza Capitolina, coprodotta e curata dalla Cineteca di Bologna, e realizzata con il contributo dei Beni Culturali, in collaborazione con Istituto Luce-Cinecittà, e allestita nel Museo dell’Ara Pacis. Quella di Mastroianni – all’anagrafe Marcello Vincenzo Domenico Mastrojanni – fu “una vita tra parentesi”, come lui stesso la definiva, quelle parentesi ricavate tra un set e un palcoscenico, lungo una carriera fatta di oltre 140 film, di spettacoli e personaggi tutti indimenticabili. Un uomo e un attore straordinario, dalla voce accattivante – anche se agli esordi, nel primo ruolo importante, in Domenica d’agosto firmato da Emmer, lo doppiò Alberto Sordi– sex symbol degli anni sessanta, che a poco più di vent’anni dalla morte è entrato a pieno titolo nell’immaginario collettivo. Tutta la sua vita e la sua carriera sono raccontate in questa mostra che avvicina lo spettatore a quello che è stato ed è ancora il volto più conosciuto del cinema italiano. Un grandissimo interprete, che ha avuto molti riconoscimenti in casa e all’estero: tre candidature all’Oscar come Miglior Attore, due Golden Globe, otto David di Donatello, due premi per la migliore interpretazione maschile al Festival di Cannes e due Coppa Volpi alla Biennale di Venezia. Eppure la discrezione e la semplicità erano i suoi tratti distintivi. Per andare a fondo in questa “scoperta” – dice il curatore della mostra, Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna – occorre vedere la sua filmografia, perché è lo specchio della sua stessa vita. Proprio per questo sulle pareti dello spazio museale scorrono i momenti salienti delle sue pellicole più famose, dai I soliti ignoti a Matrimonio all’italiana, a Una giornata particolare, che gli valse la candidatura all’Oscar. Un percorso fatto non solo di testimonianze, recensioni e cimeli dei suoi film più famosi, ma anche di rare fotografie che ritraggono il padre Ottorino, falegname, e la madre Ida, casalinga, la casa dove Marcello nacque in Ciociaria, oppure scatti che ci fanno vedere l’attore come non siamo abituati a ricordarlo, sul palco, vicino agli altri grandi nomi che hanno fatto la storia del teatro italiano, da Vittorio Gassman a Rina Morelli, da Paolo Stoppa a Eleonora Rossi Drago. Questo racconto dalle due anime è stato possibile grazie ai materiali conservati dalla Cineteca di Bologna, dallo stesso Mastroianni e da numerosi altri archivi, da quello dell’Istituto Luce a quello della Rai, con i quali è stato costruito il percorso della mostra che accompagna il visitatore attraverso cinquant’anni di cultura e costume italiani.