L’opinione del nostro giornale sui social network è nota. Abbiamo sempre ritenuto che diano troppo spesso sfogo alle frustrazioni di gente che non si rende conto di non essere al bar con gli amici, bensì sul web dove esiste il reato di diffamazione come se fosse a mezzo stampa. E dove soprattutto in molti si sentono legittimati a parlare di tutto, pur non avendone titoli, cultura e competenza. La risultante dell’uso improprio di un mezzo di comunicazione che invece potrebbe essere utile, è quello accaduto nelle ultime ore a Ladispoli. Dove il comune, giustamente, oggi ha riaperto le scuole dopo l’ondata di maltempo. Una scelta saggia, non è ammissibile che si perdano ore di lezioni ogni volta che imperversano le intemperie. Ebbene, appena diffusa la notizia della ripresa delle lezioni, si è scatenata l’orda dei barbari che pensavano di essere allo stadio o in casa a loro per poter sproloquiare. Vi risparmiamo l’elenco di parolacce, offese personali, minacce e perfino bestemmie apparse sui social, nel mirino il sindaco Grando che aveva firmato l’ordinanza di riapertura delle scuole per oggi a Ladispoli. Premesso che si possono avere opinioni diverse, quello che sentiamo di condannare è il modo in cui decine di persone, in prevalenza studenti, hanno reagito alla notizia, mostrando sia una profonda maleducazione, sia scarso rispetto verso le istituzioni. Uno spettacolo indecoroso, purtroppo nella società odierna impazzano ignoranza e strafottenza, veramente una pagina brutta che potrebbe avere anche code giudiziarie qualora il sindaco decidesse di adire le vie legali per denunciare minacce, offese e diffamazione. E che questi leoni della tastiera abbiano capito di averla fatta davvero grossa è stato dimostrato dal fatto che molti post offensivi sono scomparsi dal web dopo poche ore.
Ciò che stupisce maggiormente in questa vicenda sono due aspetti.
Il primo è che sovente i ragazzi non hanno tutte le colpe delle loro nefandezze, accade che abbiano pessimi esempi dentro casa e soprattutto nessuno che li riporti alla ragione. Del resto, se un figlio vede padre e madre che scatenano l’inferno contro l’amministrazione come accaduto di recente a Ladispoli con tanto di aggressioni verbali, perchè un giovane non dovrebbe seguire lo stesso modello di comportamento?
Seconda riflessione riguarda quell’ipocrita buonismo che qualche collega trova sempre modo di esternare per lanciare prediche e sermoni. E’ quantomeno grottesco mettere sullo stesso piano parolacce, minacce e bestemmie piovute da un manipolo di stolti con la reazione del sindaco sui social davanti a tanta aggressività. Una posizione pilatesca da parte di qualcuno che sinceramente non sentiamo di condividere.
Il problema, peraltro a carattere generale, è sempre lo stesso: ci vuole coraggio per dare degli imbecilli agli imbecilli.
Ma, come diceva Don Abbondio, chi non ha il coraggio…