Pio De Angelis replica sul trasformismo

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Riceviamo e pubblichiamo dal dottor Pio De Angelis.

Oggi voglio rispondere a chi mi dice che ho cambiato casacca e a chi mi accusa di trasformismo.

Oggi voglio dirvi che non solo non mi rimangio le mie parole e le mie considerazioni sul governo Lega-MS5, ma anzi confermo fino anche a ribadire le mie precedenti affermazioni.

E sull’onda di questa mia volontà voglio anche esprimere la mia opinione sull’operato di Juncker e company.

Ma prima una premessa: sono convinto che il grande valore dei social network sia la possibilità per chiunque di esprimere una opinione. Tuttavia sono anche convinto che non sempre sia necessario e giusto esprimere una opinione.

Mio nonno diceva sempre: “Quel bel tacer non fu mai scritto.”

A molti, oggi, quelle parole dovrebbero essere tatuate. Parlo dei sedicenti espertoni che, in mutande dietro una tastiera tra un porno e l’altro, si dilettano di politica, cultura, medicina, scienze applicate, ingegneria a seconda di cosa, volta per volta, fa tendenza su internet e sulle testate giornalistiche telematiche e classiche.

Ma mi piacerebbe che, queste stesse parole, arrivassero anche alle orecchie della Commissione Europea e di quel Jean-Claude Juncker che la guida dal 1º novembre 2014.

Si perché dal 2014 a oggi di rado questo avvocato lussemburghese ha avuto parole positive nei confronti dell’operato dei nostri politici. E allora mi chiedo: perché anche stavolta dovremmo dargli retta?

Gli ultimi 10 anni hanno visto le varie manovre e manovrine dei passati governi, con tutto il sangue chiesto agli italiani, non portare a niente e ricevere critiche dalla Commissione Europea. Perché allora anche stavolta, che Salvini e Di  Maio stanno tentando qualcosa di diverso per spezzare la spirale di stagflazione che attanaglia il nostra nazione, l’avvocato Juncker ha da ridire?

E ribadisco: perché dovremmo dargli retta?

Io quello che vedo è un paese fermo, in cui i giovani non accedono al lavoro, gli anziani non possono andare in pensione e il sistema non riparte. Situazione inevitabile perché gli anziani non sono di certo i più adatti a fare ripartire i consumi. Credo quindi che l’idea che di fare ripartire l’Italia col reddito di cittadinanza e la quota 100 non sia affatto errata.

Vi spiego, non la verità, ma quello che ho compreso io ribadendo che non sono un esperto. Se:

col reddito di cittadinanza è possibile dare opportunità ai giovani di frequentare dei corsi di formazione e prepararli al lavoro;

e

con la quota 100 diventa possibile mandare in pensione circa 800.000 soggetti che andrebbero rimpiazzati con giovani opportunamente formati grazie ai suddetti corsi di formazione;

credo che sia concretamente possibile rilanciare il nostro paese. Quindi ecco servito il lavoro e la forza lavoro per fare ripartire consumi e investimenti.

Ribadisco io non sono un esperto ma come idea non mi sembra male.

Quanto fino a qui detto è ciò che ho compreso… adesso vi dico cosa non capisco e mi rivolgo direttamente a chi i comportamenti per me incomprensibili li esercita:

Caro avvocato, come mai avete sempre da criticare?

E soprattutto, se tutte le soluzioni fino a ora tentate si sono rivelate vane, una volta tanto perché non ci lasciate tentare una strada diversa?

Comprendo l’importanza del patto di stabilità, ma avete mai pensato che le nazioni non sono fatte di banche ma di persone?

E che magari le soluzioni adatte a rilanciare l’economia tedesca, svedese, spagnola o filippina possano non essere adatte all’Italia?

Ma come credete di rilanciare la nostra economia senza rilanciare consumi e investimenti?

E soprattutto come potete avere la presunzione di sapere cosa sia meglio per noi?

O comunque di saperne più del governo votato e eletto a sua rappresentanza dai cittadini italiani?

La mia, seppur piccola, esperienza politica mi ha sempre insegnato che nella vita le critiche sono una ricchezza, purché siano fatte nell’interesse della collettività. Concludo questa mia con una domanda:

Una collettività impoverita di chi fa gli interessi?

Infine voglio “sprecare” due righe per chiedermi e chiedervi: Come mai molte delle istituzioni che dovrebbero appoggiare il governo, invece di difendere il suo operato e essere pronti a un confronto costruttivo, attaccano dall’interno l’esecutivo creando ulteriore instabilità?

E mi chiedo anche: quanto all’estero questo “tiro al piccione” incide sullo spread?

Io non sono un economista ma credo che, se il Presidente della Repubblica, i Magistrati, le Opposizioni e i sindacati invece di fomentare la commissione Europea e spaventare le persone, facessero fronte comune col governo, di certo le società di rating vedrebbero un paese compatto e forte e non un uomo con le buste della spesa contro un carro armato. E non venitemi a dire che questo non inciderebbe sui mercati.

Pio De Angelis

Socialista Patriottico