Sabato 17 dicembre alle ore 17.00 nella prestigiosa cornice del Castello Odescalchi di Santa Marinella sarà possibile assistere alla presentazione degli ultimi risultati degli scavi condotti nel sito della città romana di Castrum Novum da un’equipe internazionale italo-francese che 2010 sta curando gli scavi nell’area urbana e nelle immediate adiacenze riportando in luce interessanti testimonianze dell’abitato e dei suoi monumenti.
Il Dott. Flavio Enei, direttore del museo Civico di Santa Marinella, curatore del progetto di ricerca e concessionario degli scavi, illustrerà le importanti scoperte effettuate negli ultimi tempi. I dati archeologici indicano che l’insediamento venne costruito dai romani su un leggero rilievo affacciato sul mare, sui resti di un precedente abitato etrusco che controllava la rada portuale con il punto di approdo a sud del Capo Linaro. Gli scavi dimostrano che anche prima degli etruschi il luogo risulta abitato nella preistoria, nell’età del bronzo, nel II millennio a.C. Lo scavo, coordinato direttore del Museo, in collaborazione con la Prof.ssa Sara Nardi e il Prof. Grégoire Poccardi delle Università francesi di Amiens e Lille 3, vede impegnati sul campo anche i volontari specializzati per i Beni Culturali del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite. Le attività di ricerca si svolgono sotto la supervisione della Dott.ssa Rossella Zaccagnini della Soprintendenza Archeologia per il Lazio e l’Etruria. Grazie all’impegno di tante persone ed Enti dallo scorso anno sta tornando in luce l’impianto del castrum di epoca repubblicana con un tratto delle possenti mura di cinta, spesse circa 3 metri e lunghe almeno cento. A ridosso del muro sono stati ritrovati i resti degli alloggiamenti dei soldati che nel III secolo a.C., difendevano la città fortezza e controllavano un lungo tratto di costa. Sulla sommità del rilievo sono stati identificati i resti di un teatro avente una cavea di circa 25 metri e subito fuori dalle mura un’ampia piazza pavimentata in basoli di selce e calcare. Insomma, in così breve tempo, anche grazie ai risultati delle prospezioni magnetometriche e georadar, si sta ricostruendo l’impianto urbano e topografico originario di un’antica colonia romana della quale fino a poco tempo fa si sapeva ben poco. I ricercatori del Museo Civico e del Centro Studi Marittimi del Gruppo Archeologico hanno realizzato anche una planimetria completa degli enormi antichi impianti per l’allevamento di pesci e molluschi situati nel mare subito dinanzi alla città. Le strutture, oggi semisommerse si estendono per quasi 200 metri di lunghezza e risultano essere tra le più vaste e antiche del Mediterraneo. Numerose vasche di varie dimensioni formano un articolato complesso di peschiere protetto al largo da un lungo antemurale. Le vasche sono provviste di canali di adduzione dell’acqua oggi preziosi per lo studio dell’antico livello del mare che dall’epoca romana risulta essersi sollevato di circa 1,20 metri.
Sabato 10 settembre scorso è stato inaugurato un primo settore del “Parco Archeologico di Castrum Novum” comprendente l’area occupata dai resti di un impianto termale e di un ampio edificio forse funzionale alle antistanti peschiere, situato vicino al mare, all’altezza del km 64.400 della via Aurelia. Dopo essere state scavate le strutture tornate alla luce sono state consolidate e protette, fornite di un apparato didattico che con 11 pannelli che raccontano la storia del sito e dei resti visibili. IN quell’occasione oltre 500 persone sono state guidate alla scoperta dei resti antichi e circa 40 hanno potuto visitare le peschiere semisommerse nel mare antistate la città antica. IN occasione della conferenza di sabato sarà, inoltre, presentato il Terzo Quaderno di Studi su Castrum Novum che raccoglie i risultati delle ultime ricerche.