Cerveteri – Consiglio Comunale con i ‘’Botti’’

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Cerveteri – Consiglio Comunale con i ‘’Botti’’

Applausi nell’aula per la richiesta di dimissioni dell’assessore Cennerilli e del presidente Travaglia che si è reso protagonista di una rissa verbale con le mamme che chiedevano rassicurazioni sulla sorte dei loro figli trasferiti senza preavviso nel plesso Quartaccio, distante 20km dal centro città

di TONI MORETTI

CERVETERI – Erano le 9,30 ieri mattina quando nell’aula consiliare del Granarone, con i due drappelli di consiglieri già ordinatamente disposti nei loro schieramenti, maggioranza a sinistra e minoranza a destra sindaco, presidente del Consiglio e segretario generale al centro con vice a latere, quando fatto l’appello ed eseguito l’Inno Nazionale, il presidente del Consiglio Carmelo Travaglia da il via, dando la parola al Sindaco per le comunicazioni. Fino ad allora, pur sforzandosi di interpretare il linguaggio del corpo dei protagonisti, emergeva soltanto l’aria di chi annusandosi si studia, e questo era senza dubbio un indicatore che il clima non sarebbe stato poi tanto sereno. Tentando di intuire quale sarebbe stato il motivo che avrebbe procurato le scintille in aula, valutando i punti all’ordine del giorno, si è presunto che, avendo predisposto il presidente del Consiglio una riforma del regolamento comunale ed essendo stato più volte contestato per il suo agire dall’opposizione, il punto sarebbe stato quello. Ed è stato proprio Travaglia ad aprire le danze con una premessa nella quale dopo aver chiarito ruolo e poteri, ha detto chiaramente che i poteri attribuitigli li avrebbe usati tutti arrivando ad esporsi a dichiarare che qualora un consigliere avesse creato disturbo con interventi non autorizzati, non avrebbe esitato  non solo a togliergli la parola ma ad ammonirlo e che se avesse continuato nella sua azione a dichiaralo assente togliendogli il diritto di voto e in caso limite a farlo allontanare dalla forza pubblica. I mugugni si trasformavano in rivolta, quando Travaglia in virtù di una personale interpretazione delle regole, come dicono molti dell’opposizione, con una sorte di operazione matematica, contingenta il tempo delle comunicazioni dei consiglieri per cui dopo lo sforamento di Salvatore Orsomando, nega la parola a Saverio Garbarino del M5Stelle.  E il cielo si è aperto. L’opposizione in piedi, inveisce contro Travaglia, il quale proprio da Garbarino è oggetto di un epiteto poco glorioso per chi può vantare una ultraventennale carriera politica nel glorioso partito di Berlinguer. «Fascista» gli grida, ripetuto più volte anche da alcune mamme presenti nell’aula. E’ a questo punto che saltati i ruoli, il protocollo, anche Travaglia, abbandona il suo scranno di presidente e va a partecipare alla rissa verbale con le mamme in fondo all’aula Dire che lo spettacolo era indecoroso a vedersi è limitativo e che il sindaco continuava ad armeggiare sul suo smartphone come se neanche fosse in quell’aula, fa pensare. L’argomento sul quale Orsomando ha sforato è stata la scuola. Sul disagio provocato agli alunni della scuola materna accolti prima alla Montessori e poi spostati come pacchi al Quartaccio che dista venti chilometri. L’incapacità della Cennerilli, assessora alle Politiche alla persona, che ha portato Luca Piergentili a chiederne le dimissioni per manifesta incapacità, cosa accompagnata da applausi di approvazione  da parte delle mamme presenti. Annalisa Belardinelli ha chiesto al vicesindaco Zito, senza ottenerle, risposte certe sulla data della fine dell’emergenza scolastica.  In più, Orsomando, coadiuvato da De Angelis, ha chiesto anche le dimissioni di Travaglia, minacciando esposti per i suoi atteggiamenti “censurabili”, che possono andare anche oltre il Prefetto.  Garbarino avrebbe dovuto intervenire sullo stesso argomento, avrebbe dovuto mettere in rilievo, come lui stesso ha detto: «Il disagio di cinquanta bambini in tenera età al primo impatto con la scuola pubblica, vedersi trattati in quel modo tra l’altro, due di questi con handicapp grave trasportati per venti chilometri in un plesso già dismesso per, parole testuali dell’amministrazione “la consistente distanza dal capoluogo e la scarsa sicurezza della strade di collegamento e per il sostanziale isolamento del plesso dai servizi e dalla rete scolastica”». Ma come anzidetto, gli è stata negata la parola. Certo la bagarre in aula, un “Fascista” che parte da destra, da una componente tanto ibrida che coi fascisti veri ci va a braccetto, fa pensare che deve arrivare solo il caffè, perché alla frutta si è già arrivati.  E Pascucci estraneo? Che abbia qualche problema? Più intimo? Tanto da distrarlo dalla politica? Mah!