La classe operaia dal paradiso all’inferno

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Dopo una leggenda narrata per decenni i salariati sono finiti nel girone della disoccupazione e precariato. Oggi la middle class è sotto attacco

di Alberto Sava

Molti di noi ricordano ancora lo slogan più urlato nell’Italia degli anni ’70-80 dominati dalla sinistra:la classe operaia va in paradiso.Dopo una leggenda narrata per alcuni decenni, la classe dei salariati è finita all’inferno, nei gironi della disoccupazione e del precariato. Dai primi anni del terzo millennio è apparso chiaro anche al cittadino più sprovveduto,e politicamente distratto, che in Italia e nel resto del mondo occidentale questa volta era la middle class ad essere finita sotto attacco. Gli stipendiati però sono più strutturati, e poco avvezzi ai richiami della piazza ed il gioco è cambiato: meno slogan e più messaggi subliminali.La sinistra per anni ha occupato le prime pagine dei giornali italiani, talk show nazionali, fiction, intere collezioni delle società editrici e grattacieli di scaffali delle librerie, cinema, premi cinematografici,premi tv. e così via, con l’effetto di una classe media spinta sempre più sull’orlo dell’eutanasia: una sorta di spinta al suicidio virtuale del singolo per l’omologazione culturale delle masse. Un fallimento! I tempi hanno messo a nudo l’utopismo del primo articolo della Costituzione:‘L’Italia è un Repubblica fondata sul Lavoro’ e gli italiani hanno deciso di cambiare radicalmente.Dal 4 marzo scorso le testate giornalistiche nazionali pubblicano ininterrottamente analisi e sintesi sul perché e sul per come M5S e Lega si trovano al governo del Paese: un mare d’inchiostro quotidiano per dire niente, e continuare a difendere rendite di posizioni annullate, in una sola domenica nel mese più pazzo dell’anno, dal voto di milioni di italiani. Immaginiamo la sorpresa per i talebani del politically correct, habitué della ’Ultima Spiaggia’ di Capalbio, nello scoprire il vero significato del nome del loro chicchettoso stabilimento balneare. Il voto ha indicato un percorso diverso, un diverso fatto di valori veri, ed è forse per questo che i preparatissimi editorialisti, fondisti e mezzo fondisti della stampa nazionale non capiscono. Cinque Stelle e Lega hanno fatto ciò che ogni italiano medio avrebbe voluto: i due movimenti antagonisti sono saliti sulle ‘barricate dei valori’ e li stanno difendendo senza se e senza ma. Dignità, legalità,orgoglio di appartenenza ad una comunità chiamata Nazione,equità fiscale, rispetto per l’ambiente che miri veramente a salvaguardare il futuro del pianeta e non a foraggiare una pletora di organizzazioni parassitarie nazionali e mondiali, senso dell’accoglienza vera e non l’assistenza sine die,e a spese dello Stato, a disperati d’importazione per foraggiare schiere di cooperative italiane, ed involontariamente, organizzazioni criminali straniere che sfruttano la ricca miniera dell’esodo forzato di massadall’Africa verso l’occidente e l’Europa. Dal 4 marzo destra, sinistra e centro ed i partiti di questi schieramenti non hanno più ragione di esistere. L’Italia è andata un bel pezzo avanti, la politica tenga il passo. Sono sempre i popoli a fare lo Stato e non lo Stato a fare un popolo.