Una delle zone archeologiche più preziose del litorale, dimora del grande avversario di Giulio Cesare, annaspa nell’incuriadi Giovanni Zucconi
Ladispoli ha sempre avuto la capacità di valorizzare le risorse che si trovano sul suo territorio. Capacità che la vicina Cerveteri, pur disponendo di un territorio oggettivamente più ricco, non riesce ad esprimere. Uno dei tanti elementi che rafforza questa nostra convinzione, è l’iniziativa del Sindaco Alessandro Grando di celebrare i matrimoni civili in location esterne alla sede comunale. Riportiamo parte del comunicato con il quale il Sindaco di Ladispoli ha ricordato alla popolazione questa interessante novità: “Ladispoli è ricca di luoghi suggestivi in cui celebrare i matrimoni civili. Il primo rito in assoluto che si è svolto sabato scorso all’esterno della sede comunale, nel suggestivo anfiteatro romano della villa di Pompeo a Marina di San Nicola, ha confermato quanto sia bello il nostro territorio”. Non so se siete mai stati nell’area archeologica dove sono presenti i resti di quella che viene chiamata Villa di Pompeo, anche se non si ha la certezza che fosse appartenuta proprio a Gneo Pompeo Magno, il grande avversario di Giulio Cesare. Si trova proprio sulla costa, separata dal mare da una spiaggia sempre affollata d’estate. Una posizione che offriva al suo nobile proprietario romano una vista invidiabile. Vista che era amplificata dalla presenza di una cosiddetta “turris”, un alto edificio terrazzato dalla quale il ricco padrone si rifugiava per riposarsi, e per godere degli straordinari tramonti che ben conosciamo. Non è rimasto molto di visibile dell’antica, vasta, struttura. Possiamo ancora ammirare, purtroppo solo dall’esterno, del vasto criptoportico della villa, lungo circa 80 metri e alto ben 3,5 metri. Sopra questo criptoportico, dove ancora oggi possiamo camminare, c’era un portico con colonne e mura intonacate. Il pavimento era arricchito da splendici mosaici a tasselli bianchi e neri. E questi erano solo i portici… Una villa splendida, degna di un personaggio importante come Gneo Pompeo Magno. Bisogna dire che i suoi resti hanno avuto un destino più favorevole rispetto alle altre evidenze romane che ancora oggi possiamo ammirare a Ladispoli. Contrariamente a tutti gli altri esempi, il criptoportico non è stato inglobato tra i palazzi che, con la complicità di Soprintendenze sicuramente più “distratte” di quelle degli ultimi anni, sono stati costruiti senza il minimo rispetto per le importanti testimonianze che erano emerse da tempo. Per questo i resti della “Villa di Pompeo” ci sono particolarmente cari. Perché la puoi ancora percepire passandoci accanto. La puoi immaginare, ricca e maestosa, affacciata sul nostro mare, ascoltando lo stesso rumore delle onde che udivano i suoi abitanti del primo secolo a.C. Ci è cara perché, passeggiando sul criptoportico, puoi sentirti Pompeo Magno che scruta l’orizzonte, magari cercando di scoprire l’arrivo dell’odiato Cesare. Ma proprio perché ci è così cara, la vorremmo vivere anche da dentro, e non solo dall’esterno. Come sapete, da tempo, il criptoportico è chiuso da un’inferriata e non sono permesse le visite al suo interno. E’ una misura che è stata dettata da oggettivi motivi precauzionali, legati dalla necessità di preservare il monumento, purtroppo decisamente isolato, dagli attacchi dei vandali che certo non mancano sul nostro territorio. E’ una decisione che naturalmente non contestiamo nella sua necessità, ma che penalizza una fruizione piena dell’importante testimonianza dell’epoca imperiale. A che serve avere una villa romana sul proprio territorio se poi non permettiamo al maggior numero di persone di conoscerla e di “viverla”? Una casa, una villa, la si deve poter vivere “da dentro”, e non solo da fuori. Conosciamo le gravissime carenze in cui versa il personale della Soprintendenza, e quindi siamo consapevoli che non sarà facile trovare una soluzione. Ma chiediamo all’attuale Soprintendente, l’architetto Margherita Eichberg, magari aiutata dall’Amministrazione Comunale di Ladispoli e dalle associazioni di volontariato che operano sul territorio, di cercare una soluzione che, almeno periodicamente o in determinate occasioni, permetta al criptoportico di rimanere aperto per essere ammirato dai numerosi frequentatori di quell’area. Anche considerando che il monumento è il punto terminale di una splendida passeggiata, molto frequentata, specialmente d’estate, anche di notte. Con questa richiesta ci facciamo portavoce dei numerosi lettori che ci hanno scritto per raccontare la loro frustrazione per la chiusura al pubblico di questo monumento, vanto della città di Ladispoli. Siamo fiduciosi che la nuova Soprintendente, e la sua responsabile sul territorio, la dottoressa Rossella Zaccagnini, insieme al prolifico Assessore alla Cultura, Marco Milani, e ai suoi collaboratori, potranno trovare una soluzione compatibile con le risorse a disposizione.
(foto di Felicia Caggianelli)