La scuola di Ladispoli e della Romania a confronto

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Quest’anno è stato attuato uno scambio culturale “tecnico” fra l’Istituto Comprensivo “Corrado Melone” di Ladispoli e il Colegiul Naţional “Radu Negru” di Fagaras, docenti, studenti e genitori sono stati accolti in Romania, con una ospitalità invidiabile, in un incontro che ha permesso di studiare insieme i due sistemi scolastici. Ecco un confronto dal punto di vista italiano, cui seguirà quello degli ospiti romeni in Italia a settembre.“Il Colegiul Naţional “Radu Negru” di Fagaras – spiega il Dirigente Scolastico, Riccardo Agresti –  è un ex liceo privato, mirante alla formazione della classe dirigente, divenuto in seguito un istituto omnicomprensivo, cioè accoglie e prepara alunni da 5 a 18 anni, con orario dalle 8.00 alle 14.00, alternando 50 minuti di lezione con una pausa di 10 minuti alla volta, dal 15 settembre al 15 giugno. La struttura comprende vari plessi con vari edifici per le aule, una enorme palestra con parquet, una mensa e una foresteria, che un tempo accoglieva gli studenti del Collegio. Ora la foresteria permette di pernottare a chi ne abbia necessità, in quanto il servizio di trasporto scolastico consente a tutti di rientrare a casa dopo le lezioni. Se la foresteria ha stanze per accogliere 5 studenti alla volta con bagno, frigorifero e armadi essenziali, l’edificio principale, che comprende la direzione, ha una struttura risalente al 1500, ottimamente tenuta ed accogliente. Ciascuna aula ha ancora le stufe a maiolica del 1700, ma anche smart TV, videoproiezione e collegamenti internet, oltre ai materiali necessari alla disciplina in studio. Gli studenti ruotano fra le varie aule, ciascuna gestita da un singolo docente che ne è responsabile, dedicate alla lingua romena, alle materie scientifiche (fisica, chimica, biologia, informatica … ciascuna dotata degli strumenti indispensabili per esperimenti ed osservazioni, dal becco Bunsen ad un piccolo zoo di animali impagliati). Una grande sala conferenze accoglie lezioni teoriche e riunioni ed è affittata anche agli esterni. Gli introiti per l’affitto vanno ad arricchire i fondi scolastici, rimpinguati anche da donazioni e sponsorizzazioni per progetti specifici. La “Radu Negru” accoglie vari eventi e progetti, finanziati da esterni, ed è attivissima. Nelle aule è obbligatorio avere lo stemma della Repubblica Romena ed è ammessa l’icona della Madonna con il Bambino. La Scuola, rimasta di prestigio anche ora che è statale e omnicomprensiva, accoglie studenti della intera regione ed ha avuto vari studenti illustri: dal vincitore mondiale delle olimpiadi di matematica, Dan Nicuşor, ad un famoso ingegnere della Lamborghini, Mircea Dinca. L’organizzazione scolastica nazionale romena prevede una classe “zero” di scolarizzazione per la primaria, dove si impara a socializzare, ad avere manualità, ad ascoltare con attenzione, a muoversi con armonia, ad avere le prime indicazioni geometriche e matematiche, ad apprezzare la musica, a migliorare le abilità motorie e visuali ed a comunicare. Seguono quattro anni di primaria per poi avere le classi della secondaria fino al diploma finale per poi proseguire all’Università. Per la primaria, la settimana è composta da 4 ore al giorno, il venerdì 3 ore (il docente svolge 16 ore di lezione a settimana; le ore del post scuola, a pagamento da parte dei genitori, sono opzionali). L’insegnante di classe è unico, ma si aggiunge 1 ora di inglese (2 in “quarta”) e 1 di religione ortodossa. Chi non segue religione è libero di andare a casa o rimanere per proprio conto (su indicazione dei genitori). Al termine delle lezioni è possibile usufruire del servizio di refezione scolastica e di un dopo scuola, il tutto però a pagamento dei genitori.

Nella “Radu Negru”, che accoglie oltre 1400 studenti, le classi variano da 20 a 40 studenti, la cui disciplina è ferrea. Chi si iscrive a questa Scuola sa che si richiede rigore e disciplina, in cambio si hanno però ottimi insegnanti che offrono una eccellente preparazione; non a caso si è ammessi a frequentarla solo con una valutazione di ingresso superiore al 9 su dieci, secondo il principio “meglio la qualità che la quantità”. Se per i ragazzi diversamente abili esistono scuole apposite per la loro formazione, per i bambini con disgrafia e dislessia la Scuola ha a disposizione una logopedista. Data l’eccellenza della Scuola, gli studenti non violano le regole in quanto sanno cosa perderebbero ad esserne estromessi. Anzi la disciplina è mantenuta ai massimi livelli in quanto una valutazione in condotta minore di 9 non consentirebbe loro di essere ammessi a concorsi per posti statali, gendarmeria eccetera. La correttezza e la disciplina sono visibili fin dal primo anno di scuola. Ad esempio a mensa il vociare era bassissimo, per alcune classi assolutamente nullo. Per richiamare l’attenzione della maestra i bambini alzavano la mano sorridendo ricevendo sempre la massima attenzione dalla docente presente.

Va sottolineata la comunità di intenti fra Scuola e genitori. Questi ultimi, ben consci del patto formativo conosciuto ed accettato all’atto dell’iscrizione e pertanto condividendone i principi, sono sempre di supporto ai docenti e mai appoggiano indiscriminatamente i propri figli, anzi, pur di non perdere l’opportunità formativa della “Radu Negru”, si allineano con le decisioni della Scuola sia in tema disciplinare che didattico. C’è anche da dire che la responsabilità dei docenti nei confronti degli studenti è pressoché nulla. Ad esempio, non esiste sorveglianza nei corridoi da parte dei “bidelli” in quanto eventuali incidenti non ricadono sulle spalle della Scuola. Invece a turno, come accade in Germania e Francia, dove analogamente le responsabilità dei docenti sono molto basse, è un docente a risultare “in servizio” su un piano, ma con il solo compito di supportare gli studenti in eventuali difficoltà che possano presentarsi, ad esempio allertare l’ambulanza in caso di incidente (senza essere minimamente responsabile dell’eventuale incidente accaduto durante il suo servizio, anche se si trovava altrove o era distratto dalla lettura di un giornale o dal prendere un caffè). I ragazzi vengono lasciati tranquillamente da soli nelle classi ed anche durante gli spostamenti da un’aula all’altra tutto avviene nel più tranquillo dei modi.

 

Il personale, gentilissimo, è a disposizione 24 ore su 24 per la sicurezza ed il controllo della struttura (il nostro primo giro di visita è stato effettuato intorno alle 21.00 senza che il personale di vigilanza perdesse per un solo attimo il proprio sorriso). Fra il personale di servizio ovviamente c’è anche un autista che, con un pullmino da 16 posti, ci ha prelevato da Bucarest per condurci in giro per la Romania, fino a ricondurci il giorno del rientro in aeroporto. Il collegio fruisce, durante l’orario scolastico, di un studio medico permanente con un medico e un’infermiera, situato nella struttura scolastica, a completa disposizione di tutto il personale e, come abbiamo potuto osservare, anche degli ospiti.

Se le scale di accesso ai vari piani sono distinti per docenti e studenti, il contatto fra studenti e docenti è comunque sempre cordiale (anche se un tempo era definita “La Bastiglia”) e questo permette un confronto costante che elimina alla radice qualsiasi contestazione. Ad esempio la divisa, che per la primaria è un onore indossare, per i ragazzi più grandi a volte è meno apprezzata. Ma la discussione che può nascere, vertendo sulla accettazione delle regole firmate all’atto dell’iscrizione ed alla motivazione di eliminare discriminazioni di censo, ha sempre evitato contestazioni più serie di una sana discussione. D’altro canto nella stessa Fagaras esistono altri 3 istituti che hanno regole meno severe, che sono meno blasonate e che preparano i ragazzi con meno aspettative.

I docenti hanno un orario di cattedra certamente inferiore a quello dei docenti italiani, ma il loro stipendio è circa un terzo dei colleghi di pari livello che lavorano in Italia. La Scuola però permette loro di lavorare per il post scuola, ricevendo uno stipendio a parte proveniente dalle famiglie.

L’autonomia delle singole Scuole è molto ridotta e presenta ancora una struttura gerarchica che in Italia è stata superata nel 1999 con la riforma costituzionale. Questo impedisce di modificare i programmi in base al territorio ed al singolo, quindi non esiste la possibilità di svolgere programmi personalizzati. Lo studente in difficoltà (iperattivo, autistico eccetera) viene accolto in strutture specifiche e non integrato nella comunità scolastica come prevede la legislazione italiana. Se qualche studente presenta qualche difficoltà, dovuta a bisogni educativi speciali (ad esempio problemi di lingua in quanto immigrato o rientrato in Patria dall’estero), è cura volontaria dei singoli docenti lavorare in più per loro, senza che però questo lavoro extra sia per loro riconosciuto in alcun modo. Gli studenti che non raggiungono tutti gli obiettivi prefissati a livello nazionale semplicemente ripetono l’anno.

In classe il docente è tenuto ancora a redigere il registro orario sotto forma cartacea, mentre in Italia è permesso il registro elettronico che, se da una parte forse dissuade il contato fisico fra genitori e docenti, dall’altro lato permette una trasparenza immediata ed un minore impatto ambientale.

In caso di assenza di un docente, non esiste una graduatoria da cui attingere il sostituto: è in capo al dirigente scolastico l’obbligo di cercare fra il personale in pensione qualcuno che entri in classe al posto del docente assente. Il dirigente scolastico, attualmente la professoressa Maria Racu, dopo aver superato il concorso pubblico, entra in ruolo per solo 4 anni e deve avere continuità nell’insegnamento della sua disciplina almeno in una classe.

Volendo segnalare una cosa positiva ed una negativa nel confronto fra la “Corrado Melone” e la “Radu Negru” possiamo analizzare due aspetti.

Sicuramente è vincente la “Radu Negru” relativamente l’aspetto del rapporto con le famiglie. Infatti la chiara idea che i genitori hanno di ciò che la Scuola può offrire e ciò che questa pretende allo scopo di poter far raggiungere gli obiettivi programmati, permette una collaborazione che in Italia a volte è difficile e che per il 10% circa delle famiglie è addirittura inesistente. Per chiarire: se un ragazzo viene redarguito dai docenti italiani, le reazione di questa piccola percentuale di genitori è di fastidio o di vero e proprio rigetto: l’errore non viene riconosciuto ai figli maleducati, forse per non ammettere il proprio fallimento come genitori o per non avere altra capacità di esprimere il loro amore nei loro confronti, ma accusano i docenti di una loro pseudo incapacità di comprendere i ragazzi. Ora, se i ragazzi fanno giustamente il proprio lavoro di adolescenti nel violare le regole per riconoscere quali siano i limiti della propria libertà individuale nell’ambito della società in cui stanno entrando (ovviamente se le famiglie non glielo abbiano già insegnato), dovere degli insegnanti è preparare dei cittadini consapevoli mostrando loro quali limiti siano invalicabili e la necessità del rispetto del prossimo, per avere in cambio la difesa dalla società. Alla “Radu Negru” è evidente il supporto da parte delle famiglie, la loro conoscenza delle regole della Scuola e la loro collaborazione nei casi in cui i ragazzi possano (ma avviene molto raramente) violarle. Alla “Melone” abbiamo invece visto genitori giustificare reati penali commessi dagli studenti, li abbiamo visti presentarsi con gli avvocati in sede di Consiglio di classe, li abbiamo visti minacciare docenti ed addirittura tentare di picchiarli (cosa peraltro avvenuta in altre parti d’Italia). Risulta chiaro che se i ragazzi, i quali imparano dall’esempio, vedono simili atteggiamenti a difesa delle loro mancanze, conseguentemente imparano che le loro azioni non sono sbagliate, esattamente il contrario di quello che è l’obiettivo scolastico. Fortunatamente si tratta di una minima percentuale, ma è anche vero che “fa più rumore un albero che cade di una intera foresta che cresce”.

Invece è, a parere dello scrivente, sicuramente positivo l’aspetto della normativa italiana che punta all’inclusione dei diversamente abili, all’aiuto dei ragazzi con bisogni educativi speciali e, più in generale, alla promozione delle potenzialità singolari. Alla “Radu Negru” non interessano le condizioni degli studenti: ci sono obiettivi nazionali da raggiungere e se li si raggiunge bene, altrimenti ciascuno viene valutato per quello che ha fatto assumendosene le conseguenze. Se i docenti desiderano aiutare l’espressione delle potenzialità dei singoli, sono liberi di lavorare extra, ma senza alcun riconoscimento economico. Invece alla “Melone” (in Italia in generale) occorre permettere a tutti gli allievi di esprimersi per raggiungere il massimo della loro potenzialità. Se ci sono bisogni educativi speciali (ad esempio la non conoscenza della lingua), i docenti, curricularmente o tramite progetti specifici finanziati dal Governo, svolgono lezioni aggiuntive per portare chi sia indietro allo stesso livello degli altri”.