Sale la protesta dopo la trasformazione dell’area archeologica in una pista da competizione per ciclistidi Giovanni Zucconi
Che succede a Via degli Inferi? Perché improvvisamente qualcuno ha scambiato uno dei gioielli dell’area archeologica di Cerveteri per una pista sportiva? Nel giro di due settimane abbiamo assistito a ben 3 manifestazioni sportive che sono transitate, come se si fosse trattato di un sentiero qualsiasi, sulla via che univa l’antica Caere ai suoi sacri luoghi di sepoltura. Non vogliamo sembrare troppo integralisti. Un area archeologica va protetta in modo rigoroso, ma bisogna farla vivere dal maggior numero possibile di persone. Come un quadro. Se lo chiudiamo in un caveau e se non lo può vedere nessuno, è inutile che l’artista l’abbia dipinto. Ma c’è un limite a tutto. E questo limite è stato abbondantemente superato dagli organizzatori e dai partecipanti delle tre manifestazioni sportive di cui parlavamo all’inizio. Si è trattato di una corsa podistica, e di ben due gare di ciclocross. Stiamo parlando, in un caso, di ben 140 bici da cross che sono transitate, con le loro ruote tacchettate, sul fragile percorso della Via degli Inferi. Ve lo immaginate l’effetto che possono produrre, sul friabile tufo del fondo della via sacra, tutte quelle bici irrispettose del luogo? E questo scempio si è ripetuto una settimana dopo con una gara di ciclocross proveniente da Calcata. Tra queste due gare, c’è stato un intermezzo di una corsa podistica, sicuramente meno impattante sul monumento archeologico, ma non meno irrispettosa e invasiva. Al termine del passaggio giacevano per terra diversi sacchi di immondizia che gli organizzatori si sono ben guardati dal raccogliere. Ci hanno pensato, come accade sempre, i volontari del GAR, che non hanno aspettato il giusto sdegno della Soprintendenza e dei cittadini per ripulire l’importante area archeologica. Questi episodi hanno dell’incredibile. Ci sono persone, che non sanno neanche cosa significhi rispetto per il patrimonio culturale, che, senza nessuna autorizzazione preventiva, decidono che fa molto “figo” fare transitare una gara sportiva in un area archeologica protetta. Non solo senza autorizzazioni, ma anche senza avvertire nessuno. Qualcuno ha forse bloccato la Via degli Inferi al passaggio delle biciclette? E se qualcuno dei tanti visitatori veniva investito? E se qualcuno si faceva male? Questo naturalmente a prescindere dal potenziale danno irreparabile che poteva essere inflitto al monumento etrusco, patrimonio dell’Umanità. Siamo alla follia. E c’è un altro aspetto, altrettanto grave, che vorrei evidenziare: il disprezzo per la nostra città e per la Soprintendenza. La presunzione che non esistono regole da rispettare. La presunzione che si possa fare qualsiasi cosa ti venga in mente. Certo gli organizzatori si saranno sentiti molto “fighi” a proporre ai loro affiliati un percorso così prestigioso per le gare. C’è un’espressione molto volgare che esprimerebbe bene la situazione, che per educazione non possiamo ripetere, e che, parafrasando, affermerebbe che hanno fatto i “fighi” con le zone archeologiche degli altri. Che gli altri curano, proteggono e amano profondamente. Ve lo immaginate un pazzo che decide di organizzare una gara ciclistica per le vie di Pompei o di Ostia antica? Bene, A Cerveteri è successo praticamente la stessa cosa. Per capire cosa ne pensasse la Soprintendenza di questa brutta storia, abbiamo contattato sia Rossella Zaccagnini, il nuovo funzionario responsabile delle aree archeologiche esterne alla Necropoli della Banditaccia, e quindi anche della Via degli Inferi, e Monica Arduini, una sua collaboratrice che, tra gli altri compiti, affianca i volontari di Cerveteri nel loro lavoro, e garantisce che le loro attività siano eseguite a norma. La loro reazione è stata naturalmente di sorpresa, di sdegno e di disapprovazione. Sia per l’uso indiscriminato dell’area, sia per le pessime condizioni in cui sono state lasciate, soprattutto dopo la corsa podistica. “Non dovrà più accadere che le nostre aree archeologiche siano utilizzate in questo modo irrispettoso e dannoso per le sue strutture. Non dovrà più accadere che dopo una manifestazione, anche se autorizzata, le aree vengano lasciate sporche come abbiamo visto dopo la corsa podistica”, ci ha detto la dottoressa Zaccagnini. La sua posizione è simile alla nostra. Le aree archeologiche vanno vissute e bisogna fare del tutto per favorire le visite e le passeggiate dei turisti. Lei non esclude neanche la possibilità che si possa andare in bicicletta o a cavallo, con le dovute precauzioni e attenzioni, lungo i sentieri che attraverso le nostre aree archeologiche. Con le dovute precauzioni, e seguendo le regole, anche di buon senso, vigenti in una qualsiasi area archeologica. Ma stiamo parlando di una famiglia o di quattro amici che decidono di attraversare, con il dovuto rispetto, i luoghi appartenuti ai nostri progenitori etruschi. Non certo di 140 biciclette in competizione tra di loro. Abbiamo chiesto a Rossella Zaccagnini cosa avrebbe fatto per impedire la ripetizione di manifestazioni del genere. Ci ha risposto che “bisognerà sicuramente migliorare la comunicazione per fare conoscere a tutti il corretto comportamento che è necessario tenere in un’area archeologica. Anche con l’aiuto delle associazioni di volontariato, metteremo, lungo i sentieri che attraversano le nostre aree archeologiche, più cartelli esplicativi e di divieto. E metteremo, per esempio nei punti di accesso alla Via degli Inferi, degli ostacoli che non impediscano un uso rispettoso dei luoghi, ma che blocchino o sfavoriscano manifestazioni come quelle alle quali abbiamo assistito nei giorni scorsi”. Io aggiungerei che è anche necessario che i cittadini facciano sempre una segnalazione quando sono testimoni di manifestazioni di questo tipo. Riuscendo magari a individuare qualche segno che possa individuarli per un’eventuale denuncia. Cominciamo a ricordare a tutti che anche a Cerveteri esistono le regole, e che queste vanno rispettate. Vedrete che in questo modo cominceranno a rispettare anche Cerveteri.