“Ripristiniamo la targa in memoria di Falcone davanti al comune di Ladispoli”

0
1212
Giovanni Falcone
Il giudice Giovanni Falcone

Riceviamo e pubblichiamo

Commemorare significa adottare tutti i comportamenti e le iniziative tese alla conservazione della memoria, dal ricordo in forma solenne all’istallazione di un manufatto in cui il passato viene inciso nell’eternità.

In questo ambito, la giornata di oggi rappresenta un momento particolare del nostro trascorso. Un anniversario cui soffermare l’attenzione e dare il massimo spazio possibile divengono un obbligo categorico.

Il 23 maggio 1992, alle ore 17,58, presso l’Autostrada siciliana A29 all’altezza dello svincolo per Capaci, un attentato esplosivo compiuto da Cosa Nostra provoca la morte del magistrato antimafia Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, dei suoi agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro, oltre al ferimento di altre 23 persone.

Giovanni Falcone, assieme al giudice Paolo Borsellino, anch’egli barbaramente ucciso in un altro attentato mafioso due mesi dopo questo avvenimento, è considerato una delle personalità più importanti e prestigiose nella lotta alla mafia in Italia e a livello internazionale.

Da una idea di un altro magistrato Rocco Chinnici e successivamente guidato dal collega Antonio Caponnetto, Falcone insieme a Borsellino e Giuseppe Di Lello costituirono un “pool antimafia” le cui indagini portarono alla costituzione del primo e più grande processo contro la mafia in Italia, passato alla storia come il “Maxiprocesso di Palermo”, dal nome della città in cui si svilupparono le vicende processuali, che iniziò il 10 febbraio 1986 e si concluse il 16 dicembre 1987 con una sentenza che inflisse 360 condanne per complessivi 2665 anni di carcere e undici miliardi e mezzo di lire di multe da pagare.

Dunque un grande successo nel contrasto al fenomeno mafioso presente, articolato e ramificato nel nostro Paese. Un grande sussulto di orgoglio alla legalità, la cui tragedia ha però inferto forse una dura battuta d’arresto.

La città di Ladispoli, che ha inaugurato il suo nuovo palazzo comunale proprio nel 1992, in autunno, ha deciso da tempo di ricordare la figura di Falcone dedicando a lui, ed implicitamente ricordando il fatto, l’area piazza antistante la struttura simbolo dell’Autonomia Comunale. A questa, in occasione dell’annuale anniversario, il 23 maggio 2011 è avvenuta l’installazione e la svelatura in esterno all’entrata dell’edificio di una targa commemorativa, tesa ad avvalorare il ricordo ed anche a rafforzare l’identificazione del luogo cittadino, sino ad allora sprovvisto di segnaletica a riguardo.

L’istituzione come baluardo alla conservazione di una memoria, costituente una ferita profondissima per il Paese, un trauma per la società di quel tempo desiderosa di un modo più giusto.

Una salvaguardia però bruscamente interrotta da oltre un anno quando la cartellonistica in questione, secondo molte segnalazioni e accurate verifiche, risultata scomparsa, riportando il luogo ai livelli anonimati precedenti il montaggio dell’oggetto.

Una assenza che non può essere sorvolata, in questo giorno, più che mai, celebrato in tutto il territorio della nazione.

Una mancanza che spinge ad agire e, seguendo la sensibilità e il principio già adottato per l’intitolazione della nuova passerella sul Fosso Sanguinara, in cui si sono volute ricordare le figure eroiche delle scorte, porgere un appello accorato all’amministrazione comunale, direttamente riguardante sia per competenza amministrativa sia per localizzazione, affinché la targa, anche con forma e fisionomia nuove, venga riposizionata.

La richiesta, carica di speranza in sede di accoglimento, può sembrare relativa se non addirittura marginale, ma ciò anche nella sua semplicità può rappresentare un grande modo per ricordare, non dimenticare, ravvalorare e dare significati, ai luoghi, al ricordo e alla riflessione.

Marco Di Marzio