A KENTANNOS

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L’Eurispes studia la Sardegna nell’immaginario degli italiani. Percepita come un luogo incontaminato e bellissimo, si può raggiungere dal porto di Civitavecchia con una notte di navigazione. Un italiano su due ha visitato l’isola.

di Barbara Civinini

Sin dall’antichità è stata un approdo per quanti solcavano il Mediterraneo. Fu abitata da un popolo di guerrieri, navigatori, ma anche pastori, che commerciarono con i Micenei, i Minoici, i Fenici e i più vicini Etruschi. Una civiltà che, dall’Età del Bronzo in poi, ha disseminato l’isola d’importanti testimonianze. Stiamo parlando della Sardegna che oggi l’Eurispes, l’Istituto di Studi Politici Economici e Sociali, ha passato sotto la lente d’ingrandimento con la ricerca: “A kentannos”.  La longevità degli isolani, infatti, non è soltanto risaputa ma è anche oggetto di studi scientifici. Già alcuni anni fa l’Università di Sassari ne ha svelate alcune particolarità, legate alle proprietà benefiche della loro dieta (patrimonio Unesco dal 2010), con un’indagine sui centenari: 22 ogni centomila abitanti, il doppio rispetto alla media mondiale. Oggi invece l’Eurispes, con il contributo della Regione, ha cercato di fotografare l’immagine complessiva del territorio nel percepito degli italiani, distinguendo l’emozione dagli elementi turistici e produttivi. Il rapporto – ha spiegato il presidente dell’Istituto Gian Maria Fara – è stato fatto sulla base della convinzione che, in tempi di globalizzazione, l’identità locale torna a essere un valore solido e spendibile. Il turismo rappresenta il secondo asset produttivo dell’isola. Un italiano su due (45,3%) l’ha visitata. Quasi 7 su 10 nel periodo estivo. A prevalere nell’immaginario vacanziero è la percezione del mare cristallino, incontaminato, e la bellezza dei luoghi con i suoi posti più caratteristici dalla Costa Smeralda a Stintino, da Porto Cervo a Caprera, l’isola dove morì l’eroe dei due mondi, Garibaldi. Il turismo dei millenials invece è in ribasso: il 57% degli intervistati (18-34 anni) non si è mai recato sull’isola, anche se quelli che l’hanno visitata la descrivono come una terra “profumata”,“indimenticabile”e “accogliente”. E’ chiaro che la Sardegna ha sviluppato la sua offerta puntando sull’identità e sul suo patrimonio archeologico con i nuraghi (patrimonio Unesco dal 1997), le domus de janas e le tombe dei giganti; enogastronomico, con il tipico pane carasau e l’ottimo pecorino, molto apprezzati dai turisti; e ambientale. Tutto questo, però, senza dimenticare quello immateriale come i canti a tenores (patrimonio Unesco dal 2005) e la Faradda di li candareri (patrimonio Unesco dal 2013). Chi viene in Sardegna – ha detto il vicepresidente della Regione, Raffaele Paci, durante la presentazione ufficiale – cerca emozioni, esperienze, esclusività e noi dobbiamo essere capaci di offrirle, riuscendo a far capire che qui non c’è solo il mare ma tutto quello che serve per garantire un turismo esperienziale unico al mondo. Proprio per questo, ha proseguito, bisogna potenziare i trasporti. Tema fondamentale questo, che solo l’Europa può risolvere, ha detto. L’isola, comunque, dal litorale nord di Roma è a portata di mano. Dal porto di Civitavecchia basta una notte di navigazione per raggiungerla.