L’Europa chiama L’Italia, al via i Piani operativi nazionali per l’inclusione didatticaAffrontare una difficile sfida, quella di uscire da una crisi congiunturale con perduranti ripercussioni sull’occupazione e sulla crescita. E’ questo l’obiettivo primario della politica di coesione dell’Unione Europea. Sono nati così i Piani Operativi Nazionali, ovvero programmi di sviluppo pensati anche per la scuola e finanziati con fondi specifici estesi a tutte le regioni italiane. Se la prima tranche del Ciclo 2007-2013 aveva consentito di raggiungere risultati importanti in merito alla lotta contro la dispersione scolastica, al potenziamento delle competenze e al miglioramento complessivo del servizio scolastico erogato sul territorio, i ritardi da colmare rispetto alla media UE sono rimasti ancora consistenti. Promozione di un accesso paritario all’istruzione, miglioramento dell’utilità dei sistemi di insegnamento per il mercato del lavoro, qualificazione della formazione tecnica e professionale, adozione di approcci didattici innovativi anche attraverso l’accesso a nuove tecnologie e la fornitura di strumenti di apprendimento adeguati: questi e molti altri gli obiettivi dei PON per le scuole, da raggiungere attraverso oltre trenta azioni di orientamento, formazione, aggiornamento, sostegno e riqualificazione. Di.V.E.R.S.I. è il nome del Progetto Pon ai nastri di partenza all’Istituto Superiore ‘Giuseppe Di Vittorio’ di Ladispoli e destinato proprio agli allievi in situazione di svantaggio socio-culturale, a rischio di abbandono del percorso scolastico e formativo. A coordinarlo saranno i docenti della Commissione PON Ambra Ruia, Rosa Torino, Sara Leonardi e Daniela Clementi, con la collaborazione della Prof.ssa Karin Bedini, che da anni si occupa nella scuola di progetti di inclusione e lotta al disagio. Vari e articolati i moduli previsti, che coinvolgeranno anche esperti dei diversi settori e che si svolgeranno in orario pomeridiano, fino al termine dell’anno scolastico: Educazione motoria (2 Moduli di Orienteering, il primo introduttivo e il secondo di conoscenza del territorio); Arte e Teatro, Scrittura (2 Moduli, il primo per il rafforzamento delle competenze di base in lingua italiana, il secondo di Citizen Journalism). A spiegare il senso dell’iniziativa è la Prof.ssa Vincenza La Rosa, Dirigente Scolastica dell’Istituto Alberghiero di Ladispoli.
“Lo scopo – ha spiegato la direttrice didattica – è quello di puntare sulla motivazione degli studenti, personalizzando ulteriormente i percorsi di apprendimento e assicurando una maggiore centratura sui bisogni individuali. La chiave di volta per raggiungere questo traguardo è rappresentata sia dalla flessibilità, sia dall’acquisizione di conoscenze e competenze caratterizzate da un taglio più specialistico, che consentano di soddisfare con maggiore facilità le specifiche richieste provenienti dal mercato del lavoro e dalle realtà produttive del territorio. Per quanto riguarda il contrasto al fenomeno della dispersione scolastica, l’intenzione è quella di puntare sull’innovazione e sulla qualificazione dell’offerta scolastica, agendo lungo due linee direttrici: da un lato, la creazione di reti più solide tra studenti, famiglie e territori, nell’ottica dell’inclusione scolastica e sociale dei soggetti più a rischio (disabili, immigrati, vittime di bullismo o razzismo); dall’altro, il ricorso al valore aggiunto dei linguaggi “crossmediali” (cinematografico, televisivo, ipertestuale), delle arti performative (musica, danza, teatro, cinema) e delle attività sportive”.
A richiedere interventi sempre più incisivi nella lotta alla dispersione scolastica sono del resto i dati statistici. Se la situazione è migliorata sensibilmente rispetto a dieci anni fa, quando la percentuale raggiungeva il 20,8% (oggi siamo al 14,7%), l’Italia rimane ancora lontana dall’obiettivo stabilito dall’Unione Europea per il 2020: 10%. Il problema è evidentemente più diffuso nelle periferie metropolitane e nelle aree caratterizzate da forte disagio e deprivazione sociale e culturale.
Il fine dei Progetti Pon è proprio questo: trasformare tali realtà in laboratori di sperimentazione didattica e di innovazione, mettendo in campo energie, risorse ed esperienze in grado di rispondere in modo efficace alla sfida dell’inclusione.