Dopo lo straordinario successo delle prime due stagioni da record con 208 repliche in 80 città, tutte sold out e con più di 145.000 spettatori, Calendar Girls torna per la terza stagione teatrale!
Calendar Girls è un testo teatrale scritto da Tim Firth, tratto dall’omonimo film con la regia di Nigel Cole (lo stesso di L’erba di Grace e We want sex), di cui lo stesso Firth è autore e sceneggiatore.
Il film, di cui erano protagoniste – fra le altre – Helen Mirren, Julie Walters, Linda Bassett, è uscito in Italia nel 2004 diventando un film di culto, molto amato dal pubblico femminile.
Nell’adattamento teatrale viene mantenuta l’impostazione corale, con un ruolo da protagonista definito, quello di Chris, interpretata da Hellen Mirren nella versione cinematografica e da Angela Finocchiaro in questa teatrale.
La storia, ispirata ad un fatto realmente accaduto, è quella di un gruppo di donne fra i 50 e i 60 anni, membre del Women’s Institute (nata nel 1915, oggi è la più grande organizzazione di volontariato delle donne nel Regno Unito), che si impegna in una raccolta fondi destinati a un ospedale nel quale è morto di leucemia il marito di una di loro (Annie). Chris, stanca di vecchie e fallimentari iniziative di beneficenza, ha l’idea di fare un calendario diverso da tutti gli altri, in cui convince le amiche del gruppo a posare nude. Con l’aiuto di un fotografo amatoriale realizzano così un calendario che le vede ritratte in normali attività domestiche, come preparare dolci e composizioni floreali, ma con un particolare non convenzionale: posano senza vestiti. L’iniziativa riscuote un successo tale da portarle alla ribalta non solo in Inghilterra, facendo volare le vendite del calendario alle stelle! L’improvvisa e inaspettata fama, tuttavia, metterà a dura prova le protagoniste.
Lo spettacolo teatrale, al pari del film, ha avuto un enorme successo in Inghilterra, dove è programmato in diverse versioni dal 2008 ed è tuttora in scena.
LE STAGIONI DELLA VITA – Note di regia
Calendar Girls è una commedia di culto basata su un fatto realmente accaduto alla fine degli anni ‘90 in Inghilterra: un gruppo di donne di mezza età di un’associazione femminile legata alla chiesa, realizza un calendario di nudi artistici per una raccolta di beneficenza. L’iniziativa fece scalpore: le modelle che posano nude per il calendario sono le attempate signore dell’associazione, la location dello shooting fotografico è la sala parrocchiale accanto alla chiesa, sede dell’associazione.
Il calendario raccoglie oltre un milione di sterline ed una straordinaria notorietà, così come la commedia scritta da Tim Firth partendo dai fatti accaduti, che è diventata successivamente un celebre film ed è stata rappresentata nei teatri di tutta Europa, sempre con straordinario successo.
Questo è il primo allestimento di Calendar Girls in Italia.
La traduzione e l’adattamento del testo originale sono stati affidati a Stefania Bertola, autrice che grazie alla sua ironia ed acutezza ha portato a termine brillantemente un lavoro non semplice: superare le difficoltà che pone il passaggio dalla drammaturgia inglese alla sua versione italiana.
Questione di tempi e codici comici che non sempre coincidono. Lavoro ancor più indispensabile considerata l’eccellenza del cast che darà vita allo spettacolo, a partire da un’inedita Angela Finocchiaro impegnata a dar corpo e voce ad una provocatoria femmina alfa di provincia, seppellita in un modesto negozio di fiorista, ma con smanie di protagonismo e slanci di generosità.
Dopo la morte a causa di una devastante leucemia del marito di Annie, sua amica da una vita, sarà lei ad ideare il calendario e a trascinare le amiche nel realizzarlo per raccogliere fondi.
Annie, casalinga a tinte pastello che rinasce alla vita dopo la vedovanza, sarà interpretata da Laura Curino, affiancata da un gruppo di attrici estrose e ardite, le Girls: Ariella Reggio (Jessie), Carlina Torta (Ruth), Corinna Lo Castro (Celia) e Matilde Facheris (Cora), la musicista che fa risuonare con il suo pianoforte e il suo canto le mura della sala parrocchiale di musiche di chiesa virate in rythm and blues e rock sfrenati.
Completano il cast Elsa Bossi, direttrice bacchettona dell’associazione e Titino Carrara, a dar vita al bellissimo personaggio di John, malato terminale che riesce sempre a scherzare su di sé e a sorridere fino alla fine, Stefano Annoni, il barelliere goffo che si trasforma in un fotografo di genio, e la smagliante Noemi Parroni impegnata virtuosisticamente con un poker di personaggi: la conferenziera noiosa, la nobildonna liftata, la giornalista col raffreddore allergico e l’estetista con retrogusto di escort.
Le prime scelte su cui ho basato la regia sono state quindi la lingua e il cast, ingredienti indispensabili per mettere in scena questa commedia, che fa molto ridere ma la cui comicità evolve da un fatto drammatico: la morte di John per una malattia terribile quale la leucemia. Credo che sia indispensabile agganciare la forza comica del testo anche a questo: è una risata in faccia alla morte, è la vitalità dei girasoli che cercano la luce opponendosi al buio dello sparire.
Intendo a questo proposito lavorare intensamente con gli attori per approfondire le relazioni tra i personaggi, in particolare per il gruppo delle donne dell’associazione, in modo da favorire l’umorismo delle situazioni di cui il testo è ricco, puntando sulla leggerezza senza però rinunciare alla profondità dei temi che la storia contiene.
Ho cercato con Rinaldo Rinaldi, che firma le scene, e con Nanà Cecchi, che firma i costumi, di evidenziare la tavolozza delle stagioni che Tim Firth indica per cogliere e sottolineare la relazione tra le stagioni della natura e quelle della vita, non dando un’impostazione visiva troppo realistica e creando un’alternanza tra la claustrofobia della sala parrocchiale dove si svolge gran parte della storia e gli esterni naturali colorati da autunno, inverno, primavera ed estate.
Le musiche originali dello spettacolo hanno tre anime: quella legata alla musica da chiesa spesso presente come indicazione dell’autore che connota l’ambiente religioso dell’associazione, quella che parte dall’anima nera del rythm and blues e l’ultima legata alla sinfonia delle stagioni.
Per un lavoro di così ampio respiro era necessaria la collaborazione di un musicista colto e pop allo stesso tempo e l’abbiamo trovato in Riccardo Tesi organettista di fama internazionale e compositore versatile.
Altra questione centrale che implica precise scelte di messinscena – e forse uno dei motivi del successo evergreen di Calendar Girls – è appunto la realizzazione del calendario. Il nudo di donne che non sono modelle da calendario Pirelli, ma donne con i corpi veri e imperfetti delle donne non photoshoppate, è una delle scene più divertenti e più complesse da realizzare dello spettacolo.
Donne che allegramente e serenamente, anche se con il contributo di qualche giro di vodka, si spogliano per una buona causa, sì, ma anche per divertirsi, per riconoscersi ancora belle e seducenti, anche al di fuori dei rigidi canoni della perfezione e dell’eterna giovinezza. Con coraggio e ironia le Girls si offrono allo sguardo della macchina fotografica e del pubblico per dirci che le stagioni della vita possono continuare a sorprendere…
Cristina Pezzoli
CALENDAR GIRLS PER AIL: LA FINALITà BENEFICA
Tim Firth, autore della sceneggiatura del film e del successivo adattamento teatrale, ha voluto che la
messa in scena di Calendar Girls rimanesse sempre collegata ad una iniziativa benefica, come all’origine è stato per il calendario. Lui stesso ha devoluto in prima persona gran parte delle royalties a lui spettanti per la rappresentazione dello spettacolo all’associazione Leukaemia Research UK.
In linea con le scelte dell’autore, anche questa produzione ha voluto sposare una iniziativa benefica. Calendar Girls ha scelto di sostenere l’Associazione Italiana contro le Leucemie, i Linfomi e il Mieloma attraverso una serata di raccolta fondi, il Grande Galà Benefico organizzato nel 2015 in occasione del debutto dello spettacolo, il cui incasso è stato interamente devoluto all’Associazione per il progetto Case AIL.
Anche durante questa terza tournèe – così come per la seconda – verranno organizzate diverse iniziative, sempre dedicate alla raccolta fondi per il progetto, come la vendita di gadget dello spettacolo, disponibili anche su Ailshop. Con i fondi ricavati, AIL implementerà i servizi offerti dalle Case AIL già presenti sul territorio nazionale, per rendere l’ospitalità ai malati e ai loro familiari sempre più confortevole e sicura.
“Abbiamo scelto di dare il nostro sostegno ad AIL – racconta la protagonista, Angela Finocchiaro – perché è un’Associazione che stimiamo da sempre per i suoi valori, obiettivi e progetti. La possibilità che il nostro lavoro possa affiancare esperienze così importanti ci regala una grande motivazione.”
Il sostegno a un progetto concreto: le Case AIL.
Migliorare la qualità di vita del malato e della sua famiglia è uno dei principali obiettivi della mission di AIL. Per questo motivo l’Associazione lavora costantemente per creare strutture e servizi che vadano incontro alle necessità di chi soffre e così negli anni sono nate le Case AIL, case alloggio messe a disposizione dei pazienti e dei loro parenti; esse sono luoghi funzionali dove sentirsi a casa e, allo stesso tempo, essere seguiti e confortati dai volontari dell’Associazione. Il malato ematologico infatti deve necessariamente sottoporsi a lunghe terapie che possono essere garantite soltanto da Centri di Ematologia altamente specializzati, così per i pazienti che risiedono lontano dal proprio Centro di cura sono necessari spostamenti che possono causare disagi e spese spesso elevate. Grazie alle Case alloggio AIL, gestite dalle sezioni provinciali in tutta Italia si evitano non solo lunghi periodi di ospedalizzazione, ma si realizzano anche forti risparmi per la sanità pubblica.
In Italia sono attualmente 35 le sezioni che offrono il servizio di Casa AIL ai pazienti e ai loro familiari; nel 2014 sono state 277 le stanze messe a disposizione con 546 posti letto e che hanno ospitato 3.120 persone, di cui 1.273 pazienti e 1.847 familiari.
Proprio come lo spettacolo anche AIL è un’Associazione ad alta rappresentanza femminile, in quanto buona parte dei volontari che la animano sono donne, così come la maggior parte delle volontarie presenti nelle Case AIL. Ma le corrispondenze tra AIL e Calendar Girls non si limitano a questo: infatti tanti volontari AIL, così come le protagoniste della commedia rappresentata, sono spinti all’azione solidale da un’esperienza di vita vissuta.