Sempre più acceso il dibattito sulla Tari di Ladispoli

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Riceviamo e pubblichiamo.Un’Amministrazione che intende rappresentare la discontinuità e la novità rispetto alle pratiche politiche condotte in passato dovrebbe, se necessario, agire in termini di aggravio economico se intenta ad apportare in futuro una maggiore efficienza del servizio, al quale l’agire economico si interessa, con conseguente miglioramento della sua qualità e un maggior risparmio per il cittadino. In questo caso però, per quel che riguarda la tassa sui rifiuti, la stessa giunta comunale, di segno politico diverso, o più precisamente opposto a quello delle precedenti esperienze di governo comunale, per di più portatrice del “rinnovamento”, di fronte ad un equilibrio dei conti, maggiorato rispetto al passato, invece di agire su quest’ultimo decidendo di adottare misure anche impopolari nel breve termine ma lungimiranti nella prospettiva, ricorre al più antico degli strumenti economici per questo genere di situazioni, l’appesantimento fiscale a fini compensativi, magari gettando, nel più classico dei repertori, le colpe per la situazione nel suo complesso ai loro predecessori.

Doveroso il chiarimento da parte dei diretti interessati, da adottare però con attenta cautela in quanto per il destinatario oltre a palesarsi la difficoltà nel saper spiegare bene ed in maniera esaustiva l’argomento si profilerebbe l’umiliante ricorso alla promessa di un futuro diverso e più roseo.

Da qui l’ulteriore certezza della netta diversità tra fare campagna elettorale e governare realmente una città, due lati profondamente opposti e lontani che solo chi possiede una ottima capacità di visione ne può annullare la distanza.

 

Marco Di Marzio