Permetteteci a noi dell’associazione Mamme Etrusche di riaprire alcuni temi sui rifiuti in virtù dei dati 2017 pervenuti da parte dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per il comune di Cerveteri. Al contrario da quanto affermato dalle nostre istituzioni comprtenti, il nuovo dato emerso è quello del decreto 26 maggio 2016 del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che ha obbligato l’ISPRA a cambiare il metodo di calcolo per il 2016 rispetto a quello portato avanti dal 1997 al 2015. In sintesi, il nuovo metodo include, a differenza degli anni precedenti, quattro codici CER (Codice Europeo Rifiuti), esclusi fino al 2015, e sono: il CER 150106 (scarti multimateriali, intero quantitativo); i CER 170107-170904 (rifiuti demolizioni unità abitative); ed il CER 200303 (spazzamento stradale se destinati al recupero). Questo cambiamento ha comportato una produzione di RU (rifiuti urbani) di un più 2%, altresì con il vecchio calcolo la produzione si sarebbe attestata ad un più 0,8%, quest’ultima percentuale quindi prevedeva l’esclusione dal calcolo RD (raccolta differenziata) i codici di cui sopra, che invece venivano sommati al dato di produzione dei rifiuti urbani INDIFFERENZIATI. Il computo è presto fatto, il nuovo calcolo ha comportato un innalzamento della percentuale di RD, previo abbattimento di una quota di INDIFFERENZIATO, di cui facevano parte i codici CER sopra elencati esclusi dal nuovo metodo, più il recupero di un’altra quota di quel materiale potenzialmente differenziabile.
Riceviamo e pubblichiamo.
Quindi, il dato di Cerveteri del 2016, 12,17%, che ricordiamo essere il peggiore dal 2012, è sicuramente alterato per eccesso, rispetto al vecchio calcolo, difficilmente quantificabile, ma decisamente inferiore.
Nell’anno 2016 il comune di Cerveteri ha prodotto 22.471 tonnellate di RU che, secondo l’assessora Gubetti, hanno riscontrato picchi del 40% per colpa di conferimenti dai comuni limitrofi, bene, anzi male, nel 2015 sono stati prodotte 23.254 tonnellate di RU, a parità di popolazione, con il vecchio calcolo ISPRA, e ancora con i cassonetti per strada, e le zone limitrofe avevano già iniziato la RD, con ciò la RD è stata migliore dell’1,24% rispetto al 2016, cioè con una differenza di 783 tonnellate, che non mi sembrano poche, come ha sottolineato la Gubetti dicendo: pari “appena” dell’1,24%. Si fa nota che nel 2014, a fronte di una produzione di RU di 21.753 tonnellate, la RD si era attestata al 13,65%, con il vecchio calcolo, a parità, quasi, di popolazione.
L’ assessore Gubetti, infine, ha citato solo dei numeri in entrata (rifiuti dalle zone limitrofe), mentre omette quelli in uscita, ovvero quei residenti e non che per varie esigenze hanno conferito, e conferiscono tutt’ora, i loro rifiuti fuori dalle nostre mura.
Pertanto, il nuovo metodo di calcolo ISPRA ha drogato il risultato della RD 2016 rispetto ai precedenti, rendendolo più positivo di quello che sarebbe stato con il vecchio metodo di computo (forse grazie a questo ci si è espressi questa estate urlando di gioia per il raggiungimento di un ipotetico 65% fai da te? Per di più senza contraddittorio), in oltre determinando un servizio scadente, dai costi esosi e un trattamento altamente vessatorio nei confronti dell’utenza.
Nel salutarvi cari concittadini invitiamo tutti all’appuntamento di fine ottobre 2018 per comparare i numeri ISPRA con quelli del 65% già dichiarati dall’assessore Elena Gubetti.
Un nodo al fazzoletto ma anche la consapevolezza che non si potrà balzare dal 12% ad un 65% tutto insieme e richiedere sempre di pubblicare i documenti dei dati forniti ai cittadini.
Cordiali saluti
Associazione di volontariato Mamme Etrusche