Avete presente, amici lettori, il vecchio detto “Hanno aperto bocca e gli hanno dato fiato?”. Ebbene, calza a pennello per la pletora di commenti e prese di posizione che stanno arrivando da giorni dopo il demenziale episodio degli adesivi antisemiti allo stadio in occasione di Lazio – Cagliari. Su una vicenda prettamente penale, che si spera possa portare alla pesante condanna degli imbecilli autori del vile gesto, hanno parlato un po’ tutti. Politici, commentatori, sportivi, associazioni, studenti, casalinghe, perfino il Codacons si è lanciato nell’ardito giudizio che è stata danneggiata l’immagine di Roma nel mondo. Come se poi all’intero pianeta importasse qualcosa che quattro deficienti hanno oltraggiato la memoria dello sterminio ebraico senza nemmeno sapere di cosa stessero parlando. E’ ovvio che sia un carro su cui è facile salire per strappare due minuti di celebrità, una di quelle faccende che fanno rumore solo perchè fa comodo che facciano rumore. In questo scenario di delirio collettivo e voglia di vetrina aggiungiamoci pure qualche uscita fuori luogo, alcuni imbecilli che anche mercoledì sera nel corso del turno infrasettimanale della Serie A hanno fischiato in molti stadi lo spazio dedicato alla condanna del gesto antisemita e molta stampa che non è nuova a colpire la Lazio. Eh sì, perche il problema è questo. Si è trasformata una questione da codice penale in gogna sportiva, una intera tifoseria è stata dipinta come razzista, nazista ed intollerante. Un gioco al massacro vergognoso che ha ben altri scopi. Amici lettori, diciamoci la verità una volta per tutte. In questa bruttissima storia l’unica ad aver diritto ad essere arrabbiata è la comunità ebraica. Colpita nel tragico ricordo dell’olocausto da una banda di dementi che andrebbero cacciati dagli stadi e messi in galera. Magari a leggere i libri di Anna Frank così forse capirebbero qualcosa. Tutto il resto è teatro, è demagogia, è giornalismo da sciarpa calcistica al collo. Ora vedrete nelle prossime ore che si chiederanno condanne sportive esemplari, squalifica del campo della Lazio, sdegno per Lotito ed altre amenità del genere. Lo abbiamo già scritto in questi giorni e lo ripetiamo ancora. Fuori i deficienti dagli stadi, ma giù le mani dalla Lazio. Che rappresenta la metà esatta della capitale e ha una tifoseria sana che merita rispetto. Fatevene una ragione, nonostante il caos mediatico ad arte, la Lazio ha vinto anche ieri a Bologna, sta lassù in classifica, lotta per il primato. E nello specchietto retrovisore vede tante squadre, una in particolare, che arranca…
Gianni Palmieri