Claudia Cardinale:”La cosa bella è essere normali”

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Claudia Cardinale è l’icona del cinema italiano, l’incarnazione del riscatto femminile, l’attrice che ha fatto sognare intere generazioni con “Il gattopardo”, “Il bell’Antonio” e “C’era una volta il West”di Felicia Caggianelli

Con lei abbiamo sfogliato pagine di grandi capolavori del cinema Italiano. Con lei abbiamo sorseggiato  epoche di un’Italia in fermento che anelava la voglia di riscatto. Attraverso le impeccabili interpretazioni abbiamo imparato a conoscerla come personaggio duttile e poliedrico, ma sempre fedele a se stessa, battagliera e grintosa ma allo stesso tempo romantica e dolce. Claude Joséphine Rose Cardinale, in arte Claudia Cardinale, è un’attrice italiana che non ha bisogno di particolari presentazioni. Definita spesso la donna più bella del mondo dalla stampa italiana e internazionale, è l’attrice più importante emersa negli anni sessanta in Italia.  Con ben 165 film al suo attivo  lei non solo ha segnato la storia del cinema italiano ma, di fatto, di questa storia meravigliosa, firma una delle pagine più belle che la vedono protagonista assoluta. Al cinema approda in giovanissima età.  Inizia a muovere i primi passi a 16 anni e la sua fotogenia è uno dei biglietti da visita che non lascia indifferenti. È una sorta di tela limpida sulla quale i più grandi registi italiani lasceranno la propria impronta dandole la possibilità di amplificare al meglio le doti al suo attivo, ovvero una bellezza genuina e delicata e un carattere enigmatico e nel contempo ‘sovversivo’ per gli anni sessanta. Qualità  che di fatto ne faranno una icona di un nuovo modello femminile che, in quegli anni, si andava delineando e definendo. Un ruolo che vedeva la donna  aspirare ad un ruolo non più sottomesso bensì  indipendente e battagliero  alla ricerca della parità nei rapporti affettivi e professionali.

Il nostro vice direttore Felicia Caggianelli con Claudia Cardinale

Tra i grandi registi che l’hanno diretta troviamo: Visconti (Il Gattopardo, Vaghe stelle dell’Orsa), Fellini (), Bolognini (Il bell’Antonio, La viaccia, Senilità), Zurlini (La ragazza con la valigia), Comencini (La ragazza di Bube), Sergio Leone (C’era una volta il West), Luigi Zampa (Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata), Luigi Magni (Nell’anno del Signore) e Damiano Damiani (Il giorno della civetta).  Il suo esordio in Italia è griffato Mario Monicelli, con il film I Soliti ignoti, è il 1958 la commedia riscuote un successo memorabile  e lei, un po’ contadina e un po’ aristocratica, con la sua interpretazione tocca le pagine più intime del cuore della gente  diventando la fidanzata d’Italia. Un amore che è riuscito a vincere la barriera del tempo e dello spazio giungendo sino ai nostri giorni più saldo che mai e raccontato da qualche ruga in più, una ironia spiazzante, una determinazione compagna di vita, una classe che vive di luce propria e una rosa di riconoscimenti di tutto rispetto. Tra i premi che si è aggiudicata ricordiamo: nel 1984 vince il Premio Pasinetti alla miglior attrice alla 42ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia per Claretta. Ha inoltre vinto il Leone d’oro alla carriera, l’Orso d’oro alla carriera al Festival di Berlino, 5 David di Donatello e 5 Nastri d’argento. Nella vita confessa ha fatto tutto e recitato in tanti ruoli differenti. È  appagata e ad interpretare il ruolo di se stessa in un film non ci pensa minimamente. Con la stampa ha un bel rapporto. Nonostante sia stata intervistata da una miriade di giornalisti che spesso  le fanno le solite domande questo non l’annoia, anzi la lusinga in quanto consapevole  che se ha avuto successo il merito è soprattutto di chi la segue e le vuole bene.  Non a caso il suo ritorno al teatro, dopo la bellezza di 10 anni, ha calamitato l’attenzione dei media stuzzicati dal famoso   testo ‘La strana coppia’ di Neil Simon rivisitato in chiave rosa che la vedrà al fianco di Ottavia Fusco, un’altra attrice di spessore e non solo. Due donne accomunate in quella che possiamo definire un’avventura teatrale e artistica nata da un progetto registico del grande Pasquale Squitieri con il quale le due protagoniste sono state sentimentalmente legate in periodi differenti della  vita del grande regista venuto a mancare qualche mese fa.  La tournée debutterà al teatro Sistina di Roma dal 31 ottobre al 12 novembre 2017. La regia è affidata ad Antonio Mastellone che dal grande Squitieri ne eredita il progetto, la scelta del cast ed i rispettivi ruoli dello spettacolo.  Non lasciatevi ingannare dal testo di Neil Simon, che sembra semplice, in realtà metterli in scena, ha confessato il regista,  diventa non proprio facile. Tutta quella semplicità rappresenta una complessità recitativa e di messa in scena non indifferente. Simon non fa altro che portare alla ribalta i nostri piccoli drammi di persone, la difficoltà delle relazioni, delle convivenze dei rapporti. Filtra quelli che sono i drammi per noi, quando li viviamo, attraverso una lente strutturante e straordinaria che è quella dell’ironia elevandoli a piccoli capolavori di quotidianità. Sembra quasi raccolga il testimone dei canoni di quella che è stata in fin dei conti la commedia all’italiana.  Con La strana coppia va in scena la rivisitazione di una grande commedia con delle contaminazioni moderne rispetto alla versione che conosciamo interpretata da Jack Lemmon e Walter Matthau. Si accendono i riflettori sul mondo femminile che è ben altro da quello maschile a livello di amicizia solidarietà e complicità. Si tratta di un testo divertente e brillante che, siamo sicuri, non lascerà indifferenti  gli spettatori. Una commedia che di fatto ha visto dopo circa 10 anni una icona del calibro di Claudia Cardinale tornare a calcare il palcoscenico con una pièce esilarante.

Questa commedia possiamo definirla come un atto d’amore per ricordare il grande Squitieri?

“Certamente. Si tratta di uno spettacolo che Pasquale Squitieri voleva fortemente mettere in scena e noi abbiamo voluto esaudire questo desiderio. Ha voluto unire due donne, i suoi due amori quasi a voler riunire due periodi fondamentali della sua vita; non a caso abbiamo deciso di recitare insieme perché lui lo voleva. Anche se fisicamente non sarà con noi sono sicura che da lassù ci guarderà.  Era un grande regista. Abbiamo deciso di mettere in scena questa commedia  in ricordo di Pasquale.  La tournee partirà  ad ottobre e terminerà ad aprile e sarà ospitata nei più grandi teatri italiani.”

Con che spirito si appresta a salire sul palcoscenico?

“Io ho sempre paura. È  come se facessi il primo film. Al cinema se una scena non va bene puoi sempre rifarne un’altra, a teatro no”.

Come si definirebbe con un aggettivo?

“Sono precisa e amante dell’ordine ma sinceramente sono sempre stata un maschiaccio”.

Qual è la cosa bella del teatro?

“Il fatto che puoi vivere parecchie vite.”

Squitieri è stato l’uomo della sua vita ma come mai non te lo sei sposato?

“L’ho scelto io. È stato il grande amore della mia vita. Tuttavia non mi sono mai voluta sposare;  tant’è che a nostra figlia ha pensato bene di metterle il nome Claudia. Come a dire finalmente c’era una Claudia che portava il suo cognome. Una sorta di compromesso. Era come se nella sua mente io e lui ci fossimo sposati. È  vero, non siamo mai arrivati al matrimonio per una mia scelta di libertà totale, indipendenza,  ma siamo stati una vita insieme e abbiamo viaggiato tanto”.

Lei ha attraversato mode, stili e costumi riscuotendo sempre un grande consenso. Qual è il segreto del suo successo? 

“La gente. La semplicità e l’umiltà. Il contatto con il pubblico è molto importante. Mi da la carica. Restare se stessi è fondamentale. Non mi piacciono le persone che si montano la testa.”

Lei di fatto è la storia del cinema italiano. Se la sentirebbe di dare un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere questa carriera?

“Io ultimamente ho lavorato molto con i registi ai primi film per aiutarli.  Quello che consiglio ai ragazzi è di rimanere se stessi. La cosa più importante è essere molto forti dentro e non montarsi la testa. C’è gente che si monta la testa e a me non piace. La cosa bella è essere normali.”