di Giovanni Zucconi
Capita spesso di leggere di episodi di furti in appartamenti dove i ladri, soprattutto se insoddisfatti del loro bottino, lasciano, in segno di disprezzo e di umiliazione del luogo che hanno violato, i loro escrementi.
Questo perché sporcare in modo violento un “territorio” altrui, è un modo per colpire profondamente l’anima di chi lo abita. Una casa, un territorio, non sono mai solo dei semplici spazi da abitare. Custodiscono, nei loro segni esteriori, le memorie, e quindi l’anima, di chi li ha abitati. E’ quello che penso ogni volta che vedo un sacchetto di immondizia gettato in qualche posto del nostro territorio. Penso che hanno voluto sporcare, con disprezzo, uno spazio di tutti, e quindi anche mio. Lo hanno voluto violare per renderlo simile a loro, troppo sporchi dentro per vivere in un mondo pulito. Hanno voluto coprire, con quell’immondizia, una memoria collettiva o anche solo personale. In quel posto magari qualcuno ha dato il suo primo bacio alla sua donna, o visto camminare il suo bimbo vestito quella volta in modo buffo. E non c’è maggior delitto che cancellare, sporcare, una memoria. Per questo è sbagliato qualsiasi tentativo, volontario o involontario, di dare una valenza politica a quanto sta succedendo da un paio di anni nel nostro territorio. L’immondizia che sta violando i nostri luoghi, gettata dai Ladispolani prima e dai Cervetrani poi, non può che significare un profondo disprezzo della nostra terra. E per questo il fenomeno va combattuto con altrettanto disprezzo da parte di tutti noi. Senza attribuire alibi o attenuanti. Perché ho ripreso questo tema già abbondantemente trattato? Perché mi è capitato di osservare che si è alzato il tiro di questi mascalzoni. Ormai non si accontentano più di sporcare i bordi delle strade, ma adesso stanno colpendo anche la memoria dei nostri morti e quelli dei nostri progenitori Etruschi. E questo lo ritengo ancora più spregevole e infame di quanto era già miserabile il loro comportamento. Di esempi sicuramente se ne potrebbero fare molti, ma mi limito a quelli osservati di persona. Vi basterà fare una passeggiata lungo la strada che dal cimitero nuovo di Cerveteri va verso i monti. Siamo in piena area archeologica. La via sacra agli Etruschi, la via degli Inferi è a un paio di centinaia di metri. La necropoli della Banditaccia e lì davanti a noi. A destra e a sinistra, non sempre visibili, ci sono le antiche tombe degli Etruschi. E’ un territorio che era profondamente sacro per i suoi antichi abitanti, perché custodiva i loro morti. E lo è anche per noi perché custodisce la memoria delle nostre radici. E allora perché qualcuno ha voluto sfregiare questa memoria con quei cumuli di immondizia? Che cosa c’entrano con noi e il nostro passato quei mobili di una cucina accatastati vicino al cimitero nuovo? E quel frigorifero? E qual condizionatore? E’ inutile andare avanti nella descrizione. Le foto che pubblichiamo sono sicuramente eloquenti nel descrivere questo scempio che colpisce direttamente la nostra anima cervetrana. Intorno a questa zozzura, tutto parla di noi e della nostra storia, recente o passata. Ma questo racconto, purtroppo, adesso odora di questi escrementi lasciati da chi disprezza il nostro territorio e la nostra memoria. Nessuno defecherebbe in terra in un cimitero o in un museo. Beh, questi zozzoni lo hanno fatto. E lo hanno fatto non solo in dispregio di Cerveteri, ma del Mondo. Non ci dobbiamo mai dimenticare, infatti, che il Mondo, dieci anni fa, ci ha comunicato solennemente che quello che stiamo custodendo appartiene a tutti gli uomini della Terra. Non è solo il nostro territorio, ma il territorio di tutti. E’ un patrimonio dell’Umanità. Qualcuno sta defecando su qualcosa di prezioso per il Mondo intero. Ricordiamocelo quando riduciamo a mera polemica politica questo ignobile atto.