Fossi di scolo coperti dai rifiuti, aiuole che invadono la strada, manutenzione inesistente da anni, commercianti e residenti si appellano al sindaco Grando di Felicia Caggianelli
L’Ortica da sempre è tra la gente. È abituata a sporcarsi le mani e a scendere in strada per segnalare situazioni di degrado affinché chi di dovere intervenga nel buon nome di una società civile e responsabile. Questa settimana abbiamo riacceso i riflettori per illustrarvi una situazione impantanata da anni. Ennesima eredità lasciata dalla passata amministrazione comunale di Ladispoli che, come L’Ortica ha segnalato negli ultimi cinque anni, aveva veramente perso il contatto con la realtà.
Parliamo di una delle strade più trafficate della città, ovvero via Settevene Palo, un’arteria di grande scorrimento abbandonata a se stessa. A sottolineare la situazione sono stati ancora una volta i residenti che cercano di prodigarsi alla meglio per arginare i numerosi disagi visto che l’area in questione, ovvero quella che comprende il fosso e la zona di terra dove sono stati piantumati a suo tempo gli oleandri, è un po’ una sorta di terra di nessuno stando a quanto riferitoci da chi ci abita e ci lavora. E così abbiamo incontrato chi pensa che la manutenzione del fosso di scolo delle acque e delle aiuole spetti solo al Comune, oppure chi è convinto che la pulizia del fosso spetti al municipio qualora il tratto confini con una strada pubblica, oppure al proprietario dell’area qualora confini con entrate private. Così come l’ aiuola la cui manutenzione spetterebbe ai proprietari delle abitazioni o delle attività commerciali site in quel determinato tratto di strada, o al comune se confina con vie pubbliche. Insomma, sembra di essere entrati in una sorta di ginepraio. Per non parlare del fatto che c’è addirittura chi ha dichiarato che l’area delle aiuole è una fascia di terra in comodato d’uso al Comune. Ovvero qualora il Comune dovesse decidere di allargare la strada, per esempio, il suddetto proprietario è tenuto a cedergli l’area seduta stante. Capite bene che la questione è al quanto ingarbugliata e via Settevene Palo è la protagonista impotente di una serie di rimbalzi di responsabilità che si protraggono da anni e che hanno portato, col passare del tempo, al collasso igienico in cui versano attualmente i lati a margine della carreggiata. E’ palese che questa patata bollente sia piombata sul tavolo della nuova amministrazione che dovrà trovare una soluzione soddisfacente per tutte le parti in causa. Percorrendo questa via non ci vuole un occhio di lince per ritrovarsi fianco a fianco con situazioni di gratuito degrado, a cominciare dai fossi, presi d’assalto dagli incivili di turno, che sono diventanti delle vere e proprie discariche a cielo aperto. In alcuni casi aghi di pini, sacchetti di rifiuti, laterizi, plastica, blocchetti di cemento fili elettrici e resti di cibo ammuffito hanno ostruito i bocchettoni di scolo delle acque piovane. Così come in alcuni tratti a intasare le condutture è la terra presente ai bordi delle aiuole.
In prossimità della curata e pettinata nonché verdeggiante rotatoria che conduce in viale Mediterraneo, quando piove si crea addirittura uno specchio d’acqua che ricopre l’intero fosso di scolo e non è una novità che alcune macchine ci siano cadute dentro, restando impantanate nel fango. Gli aghi di pino ormai tappezzano parte della ciclo pedonale e dei fossi in prossimità delle aree commerciali, dove a farla da padrone sono anche gli oleandri che delimitano l’area della pista con il fosso che confina lungo tutta la via. In questo tratto abbiamo notato che i rami riversi all’interno della pista ciclopedonale sono stati in gran parte potati, mentre quelli che si affacciano sul canale di scolo no. Non a caso le diverse potature che hanno interessato le alberature della zona saltano subito agli occhi per la loro disomogeneità. La via presenta tratti in cui gli oleandri crescono rigogliosi e alti circa un metro e mezzo, altri in cui sono stati potati solo da un lato, altri ancora in cui sono stati potati a circa cinquanta centimetri dal terreno. In barba alla coerenza del green design e ad una più mera e semplice concezione di geometria visiva di base. E la potatura è uno dei tasti dolenti della zona visto che gli ingombranti oleandri posizionati in prossimità degli incroci che accolgono le varie attività commerciali della zona, rendono difficoltose le manovre in entrata e in uscita di auto, moto e persino di passanti a causa della scarsa visibilità dovuta ai folti cespugli. Anche l’intera ciclopedonale non versa in buone condizioni. L’assenza di manutenzione ha intaccato il rivestimento rosso della pista che si presenta al quanto malridotto. Altro tratto lasciato a se stesso è quello che interessa la ciclopedonale che, dall’altezza della rotatoria anch’essa curata, pettinata e verdeggiante, che conduce a via Glasgow arriva a largo Caduti sul lavoro. Lì termina la pista ciclopedonale divisa dalla corsia di marcia da un fosso e da una serie di oleandri che dal terreno si sviluppano in altezza con una folta chioma di foglie e fiori che ha raggiunto i due metri circa. La carreggiata di fatto riporta la segnaletica dell’omino che ne indica l’utilizzo, ovvero che si può percorrere anche a piedi se non che da alcuni mesi a questa parte è diventato difficile utilizzarla visto che le chiome degli oleandri hanno invaso la corsia pedonale. Ed i passanti sono costretti a un doppio slalom da alcuni rami che intralciano il passaggio e costringono i cittadini a scansarli come meglio possono o a scendere dal marciapiede per aggirare l’ostacolo. Inoltre bottiglie, buste di carta unte di cibo,e non solo, rimaste incastrate alla base degli alberi fotografano una situazione che si trascina da tempo e che sta creando non pochi disagi anche a coloro che quella zona la frequentano quotidianamente per raggiungere il cimitero, il centro di arte e cultura e le varie attività presenti.
“In estate – hanno detto i residenti al nostro giornale – l’intera ciclopedonale presente sulla via Settevene Palo versava in queste condizioni, quindi oltre al disagio creato dalle chiome degli alberi abbiamo dovuto fare i conti anche con le vespe che avevano preso la residenza tra i suddetti alberi. Ci siamo rivolti più volte alla stampa locale per segnalare la scarsa manutenzione delle aree a margine della strada fosso compreso che in certi mesi ha toccato il fondo per quanto riguarda la pulizia e l’igiene. Tuttavia vogliamo sapere come mai è così difficile da anni garantire l’igiene e la normale manutenzione su questa via che è una delle più trafficate di Ladispoli. Via Settevene Palo dovrebbe essere il fiore all’occhiello nonché uno dei biglietti da visita della nostra città, mentre è l’ennesima strada piena di problemi lasciata a se stessa. Sicuramente di situazioni del genere e anche più gravi ce ne sono tante e capiamo il gravoso peso sulle spalle della nuova amministrazione, ma invitiamo chi di dovere a recarsi in zona per verificare e confidiamo nell’entusiasmo e nella buona volontà della nuova Giunta per ridare dignità anche alle zone periferiche della città e magari controllando l’operato di chi dovrebbe garantire la “dignità” di quelle aree. Dopotutto la salute di una società che funziona si vede anche dalla cura della res pubblica”.
Infine, il nostro giornale un consiglio sente di rivolgerlo al sindaco Grando che da settimane sta mettendo mano a tante bislacche situazioni ereditate dai precedenti inquilini di piazza Falcone. A quanto pare, ci sarebbero due ditte incaricate della manutenzione e cura del verde a Ladispoli. Alla luce di quanto visto sulla via Settevene Palo, non sarebbe il caso di mettere mano a questo affidamento?