Ha vinto premi come David di Donatello e l’Oscar, ha recitato in capolavori come “Anonimo Veneziano” e “La caduta degli dei”, Florinda Bolkan si racconta a L’Ortica di Giovanni Zucconi
Devo confessare che dover intervistare un’icona del Cinema come Florinda Bolkan mi aveva messo un po’ in agitazione. Lei è stata indubbiamente una delle donne più affascinanti che abbiano mai calcato i set cinematografici, e ha interpretato film che sono entrati di diritto nella storia del Cinema mondiale. Scorrendo la sua filmografia, troviamo capolavori assoluti come “La caduta degli Dei” di Luchino Visconti, “Metti, una sera a cena” di Giuseppe Patroni Griffi, “Anonimo veneziano” di Enrico Maria Salerno e “Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto” di Elio Petri, tanto per citare i più famosi. E i tre David di Donatello che le sono stati assegnati nel corso della sua carriera, di cui due come migliore attrice protagonista, e l’Oscar al miglior film straniero per “Indagini su un cittadino al di sopra di ogni sospetto”, stanno lì a testimoniare la bravura e lo spessore dell’attrice brasiliana. Date queste premesse mi sarei aspettato di incontrare la classica diva, un po’ altezzosa e prigioniera di un passato inevitabilmente migliore e più glorioso del presente. Invece niente di tutto questo. Florinda Bolkan si è presentata, bellissima e affascinate come sempre, raccontandomi che tutto quello che ha fatto nel passato, anche se di grande valore artistico, è da considerarsi semplicemente un lavoro. I film che ha interpretato, sono stati per lei solo dei semplici episodi lavorativi, in una vita che doveva continuare a svilupparsi nella ricerca di un equilibrio che gli avrebbe potuto garantire, lui solo, gioia e serenità. Una filosofia di vita che ho trovato bellissima e condivisibile, e che spero potrò illustrare meglio nel corso dell’intervista. Mi ha accolto in un luogo che lei ama particolarmente. Il suo “buen retiro”, immerso nei boschi tra Bracciano e Manziana: Villa Voltarina. Si tratta di una proprietà che è stata recentemente trasformata in un agriturismo e hotel di qualità, e che viene gestito insieme alla sua amica e socia, principessa Anna Chigi della Rovere. Una struttura che la Bolkan ha realizzato da zero, in ogni suo piccolo dettaglio, e che per questo emana tutto il fascino e l’eleganza della sua padrona. L’intervista si è svolta inizialmente passeggiando nel giardino, curatissimo, di Villa Voltarina, ed è continuato a tavola, insieme ai numerosi ospiti dell’agriturismo, di fronte a dei gustosi piatti preparati dalla principessa in persona.
Signora Bolkan, lei ha interpretato dei film che sono entrati nella storia del Cinema. Come ha vissuto quel periodo così esaltante dal punto di vista professionale?
“Quello che io ho fatto è stato semplicemente un lavoro. C’è chi costruisce le case o chi fabbrica le scarpe. Io facevo Cinema. E quando finivo di girare un film, per me finiva li. Ma soprattutto io non avevo mai sognato o desiderato di diventare un attrice, o di lavorare nel Cinema. Quando ho iniziato a fare dei film, mi divertivo molto. Fare l’attrice era qualcosa che mi divertiva molto. Per questo ho continuato a recitare”.
Mi sta descrivendo la sua carriera come se le fosse capitato tutto per caso. Minimizzando le sue qualità artistiche. Lei ha vinto anche tre David di Donatello e un Oscar. Il suo era un po’ più di un semplice lavoro…
“Io facevo semplicemente bene il mio lavoro, ma era comunque un lavoro. Ho sicuramente avuto la fortuna di conoscere Luchino Visconti, che mi ha dato la sicurezza di essere in grado di lavorare con registi del suo livello. Questo incontro ha certamente aperto i miei orizzonti. Mi ha fatto conoscere dagli altri registi, che hanno cominciato a chiamarmi. Sono diventata attrice perché ho avuto la fortuna di avere un’opportunità che ho sfruttato lavorando bene. Ma non faceva parte dei miei sogni”.
Ma ha mantenuto questo suo distacco anche quando è diventa un’attrice famosa?
“Certamente. Io recitavo perché mi divertiva. Pe me il Cinema, come tutto nella vita, deve essere fatto con entusiasmo. Se tu hai entusiasmo reciti bene in tutti i ruoli. Ma se un giorno non hai più l’entusiasmo, e preferisci fare altro che recitare, quello è il momento di lasciare, e il Cinema deve diventare il tuo passato”.
Io ho sempre pensato che fosse difficile anche uscire dal personaggio che si stava interpretando in quel momento. Che un attore se lo portasse addosso, almeno per un po’, anche nella vita reale. Figuriamoci a lasciare volontariamente una carriera
“Ma non è così. Quando si finisce di girare una scena, si torna a casa e magari si cucina un piatto di pasta per gli amici. Da attori si recita un sogno, la vita reale è un’altra cosa. Sarebbe orribile se si rimanesse prigionieri dei personaggi. Le ho già detto che per me recitare è un lavoro. Se uno fa il camionista, non è che quando torna dalla moglie continua a portare il camion dentro casa”.
Le manca il Cinema?
“Non mi manca come attrice. Ma adoro andare al cinema, e ci vado spesso. Il Cinema per me, ancora oggi, è un’emozione. Mi affascina stare davanti allo schermo, nel buio e nel silenzio della sala. Io vado al cinema per trovare in un film la vita che non ti aspetti, per riuscire a vivere un’emozione”.
Non sta facendo più nulla come attrice?
“No. Io non faccio più nulla. Mi è passata la curiosità. Prima avevo tanta curiosità. Mi domandavo se sarei stata capace di recitare in un determinato ruolo, se sarei stata all’altezza. Ho fatto tante cose. Ma adesso rappresentano il passato. Il mio presente è a Villa Voltarina”.
Tra i film che ha recitato, quale ricorda con maggiore piacere?
Sicuramente “Anonimo veneziano”. Non mi aspettavo di avere tutto quel successo. E’ un film che mi ha preso abbastanza”.
Lei è stato il sogno di tanti uomini. Una bellezza senza tempo. Non ha mai avuto paura di invecchiare? Di perdere la sua bellezza?
“No, perché la bellezza è come un bel vestito: non è per sempre. Nella vita tutto passa, tutto finisce, e tutto cambia (me lo recita in portoghese). Tu devi essere pronta nella vita ad accettare tutti questi cambiamenti. Non va bene dire: “io ero… io ho amato…”. Quello che amavi ti può lasciare, così come ti abbandonerà la tua bellezza. Non è bello invecchiare, ma siccome è inevitabile, bisogna saperlo affrontare con dignità. Altrimenti ci si ammazza”.
Che posto ha avuto l’amore nella sua vita?
“In certi momenti, abbastanza, Quando ero ancora giovane. Poi uno cresce… Quando uno è molto giovane si attacca a questa cosa che tante volte è un sogno. Solo un sogno. Ma poi dopo passa. Ma comunque è una componente che deve essere presente nella vita di ognuno. Io non mi sono mai sposata, ma ho amato abbastanza, e sono felice di averlo fatto”.
Ha dei progetti per il futuro? Dei sogni nel cassetto?
“Giuro che no. Perché ho un equilibrio familiare perfetto, e ho Anna che è una persona straordinaria. Sono felice. Quando uno è felice, che cosa altro deve cercare? Cosa devo cercar di più, oltre essere felice? Ho raggiunto un mio equilibrio, che spero solo non venga qualcosa a distruggerlo. E per me l’unica cosa che potrebbe distruggerlo è una malattia. Ma non voglio pensare a questo. Quello che dovevo fare l’ho fatto. Quello che dovevo costruire l’ho costruito. Ho vissuto tanto e adesso voglio rilassarmi in questo meraviglioso posto che mi sono costruito come volevo. Adesso ho bisogno solo di un amaca, di libri da leggere, e di amici che mi vogliono bene”.
Trovo molto bella questa sua risposta
“Per me la vita è una passeggiata, e io voglio che questa passeggiata sia bella. Non voglio fermarmi per lamentarmi o preoccuparmi. Io voglio continuare a passeggiare, sperando di provare nuove emozioni, e di trovare dietro l’angolo qualcosa di interessante. Non sono attaccato alle cose. E’ stato così sempre. Anche per il Cinema, che io amavo molto, ma non è che morivo per lui. Il Cinema è stato solo una parte della passeggiata che rappresenta la mia vita”.
La cosa notevole è che nonostante questo distacco lei ha ottenuto dei successi straordinari. Lei si sente più Italiana o più Brasiliana?
Io sono totalmente Brasiliana. Ma io adoro l’Italia. L’Italia è stata una mia scelta. E’ come se io avessi un marito e un amante. Ma non dico quale dei due è l’amante”.