ANGELO GINO LEVIS, IL PROFESSORE CHE OSÒ SFIDARE L’INDUSTRIA DI TELEFONIA

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ADDIO AD UN EROE DEI NOSTRI TEMPI, UNO DEI MASSIMI ESPERTI SUGLI EFFETTI SANITARI DELL’ELETTROSMOG CHE SMASCHERAVA I CONFLITTI D’INTERESSE DEGLI SCIENZIATI NEGAZIONISTI DEL DANNO DA RADIOFREQUENZE

Se n’è andato un’eroe dei nostri tempi, un cattedratico universitario senza eguali che ha avuto il coraggio di sfidare la lobby delle telecomunicazioni per l’affermazione della verità (scomoda), uno dei massimi esperti in Italia sugli effetti sanitari dell’elettrosmog, un professionista che ha messo a disposizione la sua onorabile carriera per difendere la salute pubblica nelle aule dei tribunali.

E’ morto Angelo Gino Levis, 87 anni, ex docente di mutagensi ambientale all’Università di Padova, invitato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità presso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) nei gruppi di lavoro per la stesura delle monografie sulla tossicologia genetica dei metalli e designato poi dal Ministro della Salute nella Commissione Oncologica Nazionale.

Dal 1997, cioè da quando è finito in pensione, Levis s’era poi dedicato anima e corpo allo studio e divulgazione degli effetti dei campi elettromagnetici non ionizzanti, prestando gratuitamente la sua consulenza nella cause civili che hanno fatto la storia della giurisprudenza in tema di danni da radiofrequenze.

Primo e ancora oggi unico caso al mondo confermato anche in Corte Suprema di Cassazione, una sua perizia epidemiologica nel 2009 portò il Tribunale d’Appello di Brescia a riconoscere la relazione causale tra uso di telefoni mobili e l’insorgenza di un tumore al nervo trigemino, passando poi ad assistere altri malati oncologici da tumore da esposizioni ad elettrosmog: sempre di Angelo Gino Levis la consulenza del 2020 con la quale la Corte d’Appello di Torino ha ribadito il verdetto del 2017 del Tribunale di Ivrea (è vero che il neurinoma dell’acustico è stato causato da uso lavorativo del cellulare) e poi anche nel 2022 confermando la sentenza del Tribunale di Aosta per l’ennesimo tumore da telefonino: “Esiste un’elevata probabilità che fu il cellulare a causare il tumore anche in relazione all’esclusione dell’intervento di fattori causali alternativi. (…) in assenza di possibili cause, vi è la presenza di un unico fattore di rischio costituito da un’esposizione prolungata a radiofrequenze”.

Levis era un esperto riconosciuto come tale nel mondo, ma – a modo suo – è stato anche un’attivista anti-elettrosmog della prima ora: mantengo il ricordo di una persona leale, trasparente e coraggiosa con la quale ho avuto il piacere di intrattenere diversi scambi d’opinione (“so bene che lei è un giornalista senza paura“, mi disse una volta dall’alto della sua stoica e indefessa azione), ma pure il dispiacere di non averlo mai potuto avere al mio fianco in una conferenza pubblica o in video per un’intervista senza censura, che purtroppo non c’è mai stata. Perché amava poco i riflettori, preferendo farli conquistare ai risultati del suo lavoro dietro le quinte.

Le vicissitudini per i malanni dovuti all’età longeva e la sua scarsa fiducia nella digitalizzazione dei rapporti gli impedirono poi di raccontarci situazioni nebulose di cui era perfettamente a conoscenza, recepite però nelle sue consulenze dove ha sempre tenuto a smascherare i clamorosi conflitti d’interessi in capo a quei ricercatori, medici o scienziati negazionisti del danno elettromagnetico.

Non aveva peli sulla lingua, Levis, sapendo benissimo il fatto suo.Una volta, riferendosi ai torbidi affari intorno ai membri scelti dall‘Organizzazione Mondiale della Sanità-Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro, sentenziò: “Tomatis e Huff hanno denunciato l’inquietante incremento della percentuale (da meno del 10% negli anni ’70 ad oltre il 30% negli anni ’90) degli esperti “orientati” verso gli interessi industriali, che vengono invitati dalla IARC a partecipare ai gruppi di lavoro per valutare la cancerogenicità di agenti e sostanze chimiche.

In sostanza, secondo Tomatis e Huff, le monografie della IARC hanno perso le caratteristiche originarie di autorevolezza, soprattutto per quanto riguarda la prevenzione primaria e quindi la ricerca orientata verso la tutela della salute pubblica, e di indipendenza (integrità e trasparenza dei giudizi formulati).”

Questa si chiama onestà, questo si chiama coraggio e voglia di far emergere la verità. Un prezioso lascito, questo di Angelo Gino Levis, che ad imperituro ricordo resterà scolpito nelle ordinanze dei giudici che hanno fatto storia, grazie soprattutto al suo immenso lavoro.

Da uomo libero.

Come una sorta di Don Chisciotte, solo, lancia in resta contro il marcio sistema.

Anche per questo gli saremo per sempre grati.