Gabriele Salvatores in “Napoli-New York”

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Racconta il viaggio epico di due scugnizzi napoletani, che nell’immediato dopoguerra s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York. La pellicola è tratta da una sceneggiatura ritrovata di Federico Fellini e Tullio Pinelli.

di Barbara Civinini

Locandina verticale del film

Anche noi siamo stati emigranti in cerca di un sogno di benessere. Lo racconta il premio Oscar Gabriele Salvatores nel suo ultimo film “Napoli-New York”, una favola neorealistica dal gusto dolce amaro tratta da una vecchia sceneggiatura di Federico Fellini e Tullio Pinelli ritrovata per caso. Era stata scritta negli anni ’40 per un altro regista che poi aveva rinunciato a fare il film.

La storia è molto semplice. Potrebbe essere stata raccontata dai nostri nonni o bisnonni. Nell’immediato dopoguerra, tra le macerie di una Napoli piegata dalla miseria, i piccoli Carmine (Antonio Guerra) e Celestina (Dea Lanzaro) tentano di sopravvivere come possono, aiutandosi a vicenda.

Sono due scugnizzi rispettivamente di 12 e 9 anni, senza famiglia né domicilio stabile. Una notte, s’imbarcano come clandestini su una nave diretta a New York per andare a vivere con la sorella di Celestina, emigrata mesi prima. A bordo trovano un amabile commissari di bordo, Garofalo, interpretato da Pierfrancesco Favino, che pensa di adottarli. I due bambini sbarcano in una metropoli sconosciuta, e si accorgono subito di non essere affatto benvoluti, anzi non possono nemmeno entrare in certi negozi e sono trattati come gli uomini di colore. Ma dopo numerose peripezie impareranno a chiamarla casa.

La lunga sceneggiatura ritrovata, di circa 80 pagine, era stata scritta prima che il maestro mettesse a punto la sua personale poetica che lo ha reso famoso nel mondo, spiega Salvatores. Si può parlare invece di realismo magico. La storia, prosegue, è stata scritta in un momento di passaggio per il nostro cinema: tra il neorealismo Fellini tra l’altro aveva collaborato alla sceneggiatura di “Paisà”, film che lui stesso cita nel soggetto la commedia all’italiana e i primi tentativi di un cinema più “fantastico”. Salvatores ha cercato di modernizzare il racconto ritrovato che era troppo legato alla sensibilità degli anni in cui era stato scritto. All’epoca, dice il regista, l’America ci appariva ancora come la terra dove si realizzano i sogni.

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Una scena del film – 01 Distribution

E, infatti, “Napoli-New York” ci racconta una città mitica, vista in innumerevoli film, reinventata in maniera credibile, ma non realistica, integrando scenografia e architetture reali con interventi al computer, così come l’avrebbe potuta immaginare l’autore, anche se gli ambienti e i costumi sono stati ricostruiti con attenzione. E la storia è stata raccontata secondo lo sguardo dei bambini: la macchina da presa è, quasi sempre, collocata alla loro altezza. Carmine e Celestina sono piccoli ma sono fortemente determinati a conquistare una vita dignitosa tanto da essere commoventi. La pellicola, prodotta da Paco Cinematografica con RAI Cinema, in associazione con Groupama Assicurazioni, è certificata da Green Film cioè è stata prodotta secondo specifici criteri di sostenibilità. La storia unica della realizzazione di questo film è diventata anche un volume a cura di Augusto Sainati, edito da Marsilio.