“IL TRANSUMANESIMO ENTRA DALLA PORTA PRINCIPALE DELLA CASA BIANCA”

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MARTUCCI: “LA VITTORIA DI TRUMP METTE MUSK NELLA CONDIZIONE DI OCCIDENTALIZZARE LA SUA VISIONE TRANSUMANA E LA MELONI SI FA SUBITO TROVARE PRONTA. I SATELLITI DI STARLINK E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
SONO LA SPADA DI DAMOCLE SUGLI ITALIANI”

“Copertura completa del mondo con le radiofrequenze a microonde millimetriche per integrare spazio-terra-uomo-tecnologia, fondere il fisico col biologico e il digitale per finire nelle connessioni neurali, potenziare il corpo con nanotecnologie nell’ibridazione della specie, ma pure per realizzare scenari fantascientifici con ologrammi a grandezza naturale, realtà aumentata e chip fotonici ubiqui. È questo l’obiettivo del 6G, il wireless di sesta generazione in agenda per il 2030 nell’Internet of bodies, il network planetario di reti tra persone viventi e cibernetica”.

Questo il tema che il giornalista Maurizio Martucci affronta in una puntata de La Tecnogabbia – programma settimanale d’inchiesta sulla transizione digitale da lui stesso ideato e condotto, pubblicato su OASI SANA -, un argomento che analizza in tutte le sue sfaccettature nel suo ultimo saggio, Tecno-uomo 2030. Teorie e tecnologie transumaniste per la mutazione della specie (Edizioni il Edizioni Il Punto d’Incontro).

Il transumanesimo è dunque il fine dell’Agenda 2030, l’Internet of Bodies il mezzo. Una agenda che procede senza intoppi, con una sorprendente accelerazione a partire dall’emergenza Covid, per proseguire spedita in virtù delle emergenze belliche e climatiche.

E per ora nulla fa pensare che potrebbe esserci una battuta d’arresto, tanto più in questo frangente storico: dopo la vittoria di Trump alle presidenziali americane “il trans umanesimo è entrato dalla porta principale della Casa Bianca” commenta Martucci. Infatti Elon Musk, uno dei maggiori finanziatori della campagna elettorare, si è detto “felice di aiutare il governo ad essere più efficiente” e a “tagliare la burocrazia” esultatando su X per la vittoria di Donald Trump 47° Presidente americano e si è anche detto disponibile a guidare il Diparimenti di efficienza governativa.

“Secondo Nbc News, il miliardario e fondatore di Space X e Tesla “potrebbe essere il più grande vincitore di un secondo mandato di Trump” alla Casa Bianca, sottolineando come Musk, che ha trasformato X in “una cassa di risonanza” pro-Trump, “avrà conflitti di interesse senza precedenti, se come sembra diventerà uno zar dell’efficienza governativa”[..]. Intanto, il titolo di Tesla, indicato dagli analisti come tra quelli più favorito dall’esito del voto a favore di Trump, è balzato di oltre il 13% nelle contrattazioni pre-market a Wall Street.” Si legge su Tg24sky.it.

Tuttavia, nota Martucci, “Non sarà solo una questione di conflitto d’interessi, ma di tecnologia e attacco alla biologia dell’uomo. Sarà da capire il ruolo di Kennedy”.
E ancora: “Robert F.Kennedy Jr., figlio di Robert Kennedy e nipote dell’ex presidente assassinato, potrebbe insediarsi alla sanità della nuova amministrazione USA guidata da Trump. Si è spesso speso contro il 5G, nel 2020 sostenne EM Radiation Reasearch Trust britannico, invitando Boris Johson a proteggere i bambini nel Regno Unito dalle radiazioni 5G.

Che farà Kennedy se dovesse guidare la sanità? E come si comporterà col transumanista Elon Musk?”. Già alcuni mesi fa il giornalista aveva sottolineato l’incompatibilità dei due personaggi: “trovarli così, se non proprio a braccetto ma comunque insieme, federati nella stessa squadra, tra Musk e Kennedy uno è di troppo. Inutile nasconderlo”. E non è difficile immaginare chi dei due prevarrà.

Basti pensare che Trump subito dopo la sua vittoria ha definito Elon Musk, una “nuova stella” e un “super genio” , ha elogiato la società missilistica SpaceX e la tecnologia satellitare Starlink di Musk perché avrebbe contribuito a salvare “molte vite” durante l’uragano Helene, che, in ottobre, ha devastato il sud-est degli Stati Uniti in ottobre.

Sul fronte interno, la direzione sembra chiara e non lascia sperare in nessun cambio di rotta. “Nelle scorse ore ho sentito Elon Musk. Sono convinta che il suo impegno e la sua visione potranno rappresentare un’importante risorsa per gli Stati Uniti e per l’Italia, in uno spirito di collaborazione volto ad affrontare le sfide future”. Così ha scritto sui social la premier Giorgia Meloni dopo la vittoria di Trump. Avrebbe potuto chiamare il tecno-scettico free-vax Kennedy e scriverlo sui social, ma ha preferito chiamare Musk e farlo sapere al mondo.

Sembra, inoltre, che la passione per il transumanista Musk abbia contagiato anche altri membri del governo Meloni: “Oggettivamente Elon Musk è un fico, è una figura interessante. Se fosse un mio amico sarei contento perché così ci sarebbe solo un grado di separazione da Donald Trump e forse anche meno rispetto a Marte”. Così il ministro della Cultura Alessandro Giuli, ospite a “Prima le idee, ritorno al futuro”, l’evento promosso da Fratelli d’Italia.

“La vittoria di Trump – commenta Martucci – mette Musk nella condizione di occidentalizzare la sua visione transumana e la Meloni si fa subito trovare pronta. I satelliti di Starlink e l’intelligenza artificiale sono la spada di Damocle sugli Italiani”.