L’atteso restyling avverrà a breve e lo conferma il delegato alle Aree protette Filippo Moretti.
Il semaforo verde per il Castello dei Monteroni è scattato, e lo conferma il delegato alle Aree protette di Ladispoli. «Ci siamo: i lavori sono pronti a ripartire». C’è già una dead line per il consigliere comunale Filippo Moretti. E già entro questo mese gli operai torneranno all’opera per riavviare i cantieri al vecchio maniero. Non è un edificio qualsiasi ma uno dei simboli della città, in passato location del film “La grande guerra”. I ladispolani sono tanto affezionati al Castellaccio e grazie ai 3,6 milioni di euro arrivati dal Pnrr tornerà a nuova vita. Certo, è regnato un po’ di scetticismo in questo 2024 perché gli interventi di restauro a un certo punto si sono fermati. «Più che altro – spiega Moretti – per quanto riguarda gli ambienti interni. Su suggerimento della Sovrintendenza ci è stato suggerito di inserire un intonaco più duraturo che non funzionasse solo da rivestimento ma fosse utile anche per mantenere la stabilità strutturale. Quindi si è resa necessaria una sorta di variante per eseguire la manutenzione del Castello». Per la parte esterna tutto è ormai definito. «Per quanto riguarda i parcheggi, la depurazione e l’illuminazione – specifica il delegato comunale di Palazzo Falcone – ci sono stati importanti passi avanti, grazie anche alla collaborazione del comitato di quartiere dei Monteroni che ha tenuto tutto pulito e che per questo ringraziamo. Non vediamo l’ora di veder inaugurata questa opera così importante per Ladispoli. Nel Castello si potranno celebrare matrimoni, sarà possibile ospitare delle mostre, anche se non in modo permanente, eventi. Sarà un museo, un luogo aggregativo multifunzionale». Per i cittadini la struttura ha un valore importante. Alberto Sordi e Vittorio Gassman nel 1959 furono i protagonisti assoluti de La grande guerra, capolavoro di Mario Monicelli che scelse il sito in campagna dei Monteroni come set cinematografico e grazie a questa scelta molti residenti dell’epoca riuscirono ad assicurarsi una paghetta recitando come comparse. Qualche anno primo il maniero ospitò gli sfollati durante la II° Guerra mondiale e ci furono delle nascite. Nel Castellaccio soggiornarono san Paolo della Croce, il viaggiatore romantico George Dennis, l’architetto topografo Luigi Canina, Teresa Caetani, duchessa di Sermoneta, e il poeta Giuseppe Gioacchino Belli che al suo interno venne anche arrestato. Tornando allo stato attuale, nel piano di recupero è inclusa anche la “stalla” esterna al Castello e tutta l’area verde circostante. Nel 2016 durante uno scavo vennero trovati dei resti della civiltà romana e in poche settimane la soprintendenza del Lazio e dell’Etruria Meridionale portò alla luce un intero villaggio sotterraneo tra scheletri, strade, pozzi, monete e altri reperti. Poi i cantieri si fermarono per mancanza di contributi e alla fine quella città rimase sotterranea custodendo i suoi segreti. La speranza è che un giorno il progetto possa riprendere e diventare un riferimento dal punto di vista archeologico per l’intero litorale nord.