Tutti più felice con Fido e Miao

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Lo confermano recenti studi sul declino cognitivo dell’Università americana del Maryland, ma anche di quella olandese di Maastricht e di altri paesi extra UE.  Convivere con un peloso non aiuta soltanto a combattere la solitudine e a fare attività motoria ma riserva tanti altri benefici importanti, da non trascurare.

In questi giorni così difficili, funestati da quell’insidioso “tocco del male” che ogni giorno serpeggia dietro i delitti più inspiegabili, riportati dalla cronaca, un tenue raggio di speranza arriva dai nostri amici animali. Felicità, salute mentale e buona socialità sono più a portata di mano grazie proprio a miao e fido.

Il Gruppo Lundbeck quest’anno festeggia 30 anni di attività in Italia – Lundbeck

Infatti, secondo un recente studio americano, fatto dall’Università del Maryland e pubblicato dall’autorevole rivista “Scientific Reports”, ha rivelato che la compagnia di un gatto o di un cane può contrastare positivamente il declino cognitivo delle persone anziane. I dati raccolti su un campione di circa 650 partecipanti, di età compresa tra 51 e 101 anni, hanno dimostrato che il declino cognitivo è meno pronunciato fra quanti convivono con un peloso.

E se portare il cane a fare la passeggiatina favorisce l’attività fisica e quella sociale, accarezzare il proprio gatto – come hanno dimostrato anche numerosi altri studi – nell’umano stimola la produzione di ossitocina, il famoso ormone del benessere, in altre parole riduce lo stress. Ma c’è di più. Secondo l’Istituto Stroke dell’Università del Minnesota, vivere con un gatto abbatte del 30-40% il rischio d’infarto mortale, perché le fusa producono un effetto vasodilatatore che migliora la circolazione sanguigna e conciliano anche il sonno.

Secondo altri studi la loro azione terapeutica si estende persino alle ossa perché possiedono frequenze sonore che vanno da 25 a 150 Hertz, le stesse degli ultrasuoni usati per aumentare la loro densità. E le mamme che non vogliono prendere in casa un amico a quattro zampe per i loro bimbi rimarranno esterrefatte nell’apprendere che la presenza di un gatto non solo diminuirebbe del 50% il rischio di malattie respiratorie ma anche di allergie varie grazie a delle proteine contenute nella saliva del felino che rilasciate nell’aria aumenterebbero le difese immunitarie, come studiato anche dal Department of Public Health Sciences dell’Henry Ford Hospital di Detroit.

Le fusa producono un effetto vasodilatatore che migliora la circolazione sanguigna e conciliano anche il sonno – © Archivio Civinini

Insomma, convivere con un peloso non aiuta soltanto a combattere la solitudine e a fare attività motoria ma riserva tanti altri benefici importanti, da non trascurare. Se ne è preso atto anche nell’ultima Giornata Mondiale della Salute Mentale, che si celebra il 10 ottobre di ogni anno, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Del resto come sosteneva il genio italiano per eccellenza, Leonardo da Vinci, Anche il più piccolo dei felini, il gatto, è un capolavoro. Fra poco più di un mese, al prossimo appuntamento internazionale con la salute della mente, forse ci saranno altre interessanti novità. Nel nostro Paese l’appuntamento si svolge tramite la campagna “Insieme per la salute mentale”, promossa dal Gruppo Lundbeck, leader internazionale in ambito farmaceutico con sede a Valby-Copenaghen, che proprio nel 2024 festeggia 30 anni d’impegno nel campo delle neuroscienze in Italia.

Rubrica a cura di Barbara e Cristina Civinini

Colonia felina del castello di Santa Severa https://gliaristogatti.wordpress.com