Terni, la mostra “Poetronica” indaga il rapporto tra i linguaggi dell’arte e la tecnologia

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Fino al 29 settembre 2024 la project room Ronchini del Museo Caos di Terni ospita la mostra Poetronica: Gianni Toti – Elisa Zurlo. Un omaggio a Gianni Toti nel centenario della nascita.

di Andrea Macciò

L’esposizione è a cura di Carlo Terrosi, presidente della Cooperativa Le Macchine Celibi e in collaborazione con la “Biblioteca Totiana” dell’Associazione Gottifredo. Silvia Moretto è la responsabile della “casa totiana” e la mostra rientra nelle celebrazioni per il centenario della nascita di Gianni Toti (1924-2007).

La mostra celebra Gianni Toti e la sua personale visione che lo portò a fondere poesia, cinema e arti elettroniche arrivando a concepire 13 VideoPoemOpere, vere e proprie opere d’arte totali, “destinate ad invadere la realtà e la vita quotidiana.” e indaga il rapporto tra i linguaggi dell’arte e le nuove tecnologie.

Gianni Toti Gramsciategui fermo immagine
Gianni Toti, nato a Roma nel 1924, ha partecipato alla resistenza ed è stato scrittore, giornalista, traduttore, fotografo e uno dei primi “videoartisti” a cercare di fondere la poesia con il linguaggio contemporaneo dell’informatica. Gianni Toti inseguiva il sogno delle avanguardie del Novecento, quello di realizzare “un’opera d’arte totale” nella quale convergessero tutte le arti. La sua “poetronica” è un nuovo linguaggio da lui stesso creato, che fondeva poesia, cinema, arte digitale. L’artista era convinto che le nuove tecnologie elettroniche avrebbero portato a un superamento del linguaggio cinematrografico tradizionale.
Gianni Toti foto fermo immagine
La Project Room Ronchini del CAOS ospita due VideoPoemOpere di Toti: Squezangezaum, realizzata con tecnologie d’avanguardia della RAI negli anni Ottanta, e Gramsciategui ou les poesimestes, un “grido crudele e disperato” contro le guerre e lo sterminio dei popoli, affiancate da alcune fotografie in fermo-immagine.
In mostra due opere video di Elisa Zurlo, allieva e collaboratrice di Gianni Toti presso il “Castello per le arti elettroniche” di Montbelliard in Francia: nel solco della filosofia artistica di Toti, Homo Caelestis e Uncommon Places uniscono una pluralità di linguaggi artistici e nuove tecnologie. Elisa Zurlo ha partecipato a numerose manifestazioni in Italia e all’estero, tra le quali il Festival di Arte e tecnologia “Robotics” presso il museo Revoltella di Trieste.
Elisa-Zurlo Homo-Caelestis Fermo Immagine
Elisa Zurlo esplora le frontiere tra arte, scienza e tecnologia, concentrandosi sul tema della trasformazione dell’umanità attraverso la video-arte. “Homo caelestis” è una video-performance di circa dieci minuti che rappresenta uno sciame di molecole in trasformazione, un continuo sgranarsi della realtà che si costruisce e decostruisce “una vibrazione mutante per la partitura della vita” è stata definita dall’artista.
L’opera è accompagnata dai suoni dell’arpa di cristallo di Isabella Jaroszewka e del gamelan, e le elaborazioni dei suoni realizzate dal compositore Maurizio Pasetti. Un’opera che va verso “l’unione delle arti” auspicata da Toti.
Elisa Zurlo Uncommon Places Fermo Immagine
Uncommon Places è una serie di video con al centro il corpo umano come luogo di trasformazione e proiezione. All’immagine del danzatore si sovrappongono architetture urbane, graffiti e formule matematiche in una fusione di reale e virtuale.
Quella di Elisa Zurlo è un’interpretazione contemporanea della “poetronica” di Gianni Toti in un’epoca nella quale per alcuni versi il virtuale sembra avere il predominio sul reale.
Con il linguaggio della video-arte Elisa Zurlo ci immerge in una fusione di reale e virtuale, che per alcuni è affascinante, per altri inquietante, che è la cifra dominante del nostro tempo.
Oggi, a differenza del periodo nel quale lavorava Toti, gli artisti che lavorano con la video arte e la digital art si trovano di fronte a una nuova tecnologia come l’Intelligenza Artificiale “generativa” che per alcuni è una possibilità di espressione creativa, per altri rischia di diventare predominante sulla figura dell’artista. Dalla mostra emerge come almeno per ora nell’arte la tecnologia sia al servizio della creatività individuale.
L’intento della mostra è quello di riscoprire un artista visionario che, con coraggio e genialità, aprì la strada a tutti coloro che oggi esplorano le infinite potenzialità dell’arte multimediale.
La mostra rimarrà esposta fino a domenica 29 settembre. Fino al 25 agosto il Museo osserva l’orario estivo: giovedì-sabato 11-13 e 17-20, domenica 11-19. Da fine agosto al 29 settembre torna l’orario tradizionale, giovedì-domenica 10-13 e 17-20.
L’ingresso alla mostra è compreso nel biglietto di ingresso delle collezioni permanenti.