LINFOADENOPATIE

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linfonodi

QUANDO I LINFONODI SI INGROSSANO

L’aumento delle dimensioni dei linfonodi può essere dovuto a svariate cause, sia banali che severe. Le prime domande da porsi riguardano l’anamnesi, in particolare il nesso temporale: da quanto tempo si è accorto dell’aumento di dimensioni di uno o più linfonodi?

E’ assai improbabile che una linfadenopatia comparsa da meno di una settimana sia di natura maligna. Qualora invece perduri (unilaterale o bilaterale) sia con una certa ricorrenza oppure si protragga più di uno o due settimane sono necessarie indagini più approfondite.

Sono più di 500 i linfonodi nel corpo umano che possono aumentare di volume come risposta a svariati stimoli: infezioni, neoplasie, malattie autoimmuni, reazioni a farmaci. Credo che prima ancora di intraprendere il percorso delle indagini diagnostiche sia buona norma ricontrollare il paziente dopo 14 giorni per verificare se il linfonodo sia aumentato di volume.

L’indagine anamnestica – semeologica – clinica ci consente di constatare, esplorando ogni localizzazione linfonodale accessibile manualmente, se si tratta di un reperto isolato oppure multiplo, diffuso in più sedi. Ascoltare ed interrogare il paziente è basilare.

<Vi sono sintomi associati quali febbre, diminuzione del peso corporeo, sudorazione notturna?>.
Dobbiamo sospettare una malattia infettiva (batterica, virale, micotica, parassitaria etc) oppure ad una neoplasia maligna (es. un linfoma B). E’ poi importante nelle altre patologie neoplastiche orientarsi sulla loro localizzazione: tratto gastrointestinale, mammelle, retto, testa e collo.

<Vi sono difficoltà respiratorie, dispnea, edema del viso?>
Dobbiamo orientarci su una patologia che riguarda il mediastino, pertanto tale da richiedere una Tc del torace.

<Il paziente accusa una tensione addominale, un precoce senso di sazietà, un dolore che irradia alle spalla e al dorso?>
Dobbiamo verificare se non sia presente una patologia pancreatica, gastroduodenale, delle vie biliari, del rene oppure altre lesioni dentro il peritoneo. Una Tc addominale è da richiedere. Nell’evenienza di una tumefazione unilaterale della gamba, dopo aver escluso una trombosi venosa profonda, associata ad una linfadenopatia regionale, deve farci sospettare una compressione estrinseca a livello pelvico (utile anche in questo caso la Tc).

Nelle localizzazioni diffuse ci vengono in aiuto i test sierologici e l’emocoltura al fine di distinguere tra infezioni, neoplasie, collagenopatie vascolari.
Nelle manifestazioni localizzate riguardanti la testa ed il collo che perdurino da tempo è necessaria un’attenta valutazione ORL che comprende spesso una biopsia della lesione sospetta.

Se è interessata invece l’area sopraclavicolare va esclusa una neoplasia della mammella, una metastasi del polmone (sindrome di Ciuffini – Pancost), i linfomi (sia morbo di Hodgkin che non-Hodgkin), un cancro del tratto gastrointestinale (esofago, stomaco, pancreas). Anche in questo caso la biopsia è fortemente diagnostica.

Dobbiamo esplorare manualmente ogni sede linfonodale accessibile. Dei linfonodi ascellari ingrossati, anche spesso dovuti a linfomi, devono indirizzarci in prima battuta su una neoplasia mammaria o polmonare. Se invece sono aumentati di volume i linfonodi inguinali la visita medica deve riguardare la regione dell’ano – retto, il pene e lo scorto (testicoli) nell’uomo, la vulva nella donna, l’ apparato genitourinario (iniziare con l’esame delle urine).

La visita proctologica con la sigmoidoscopia ci permette di escludere un carcinoma rettale o anale. Anche i marker tumorali (CEA, PSA,CA 125) ci sono di valido aiuto nell’orientamento diagnostico. Ulteriori informazioni ci può dare la Tc pelvica che, se negativa, deve essere seguita da una biopsia.
<Ogni biopsia necessità di adeguate quantità di tessuto del campione selezionato per consentire la microscopia ottica> (Linfoadenopatie G.Gonzales – Osete, M. Modiano – Tucson, Arizona. Decision Marking in Medicina. 2004)