DL COESIONE, 5G: ENNESIMO ATTACCO DEL GOVERNO MELONI ALL’AUTONOMIA DEI COMUNI

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L’EMENDAMENTO PRESENTATO DA FDI BYPASSA I REGOLANTI COMUNALI PER CONSENTIRE ALLE MULTINAZIONALI DI SPADRONEGGIARE
A PROPRIO PIACIMENTO. I COMITATI: “COSÌ SI SCARDINA LA CARTA COSTITUZIONALE CON IL FAR WEST DELLE ANTENNE”

Maurizio Martucci

Un duro colpo all’assetto democratico nell’autonomia dei Comuni per la gestione dei nostri territori sta avvenendo in nome del 5G. I mandanti sono i colossi delle multinazionali della telefonia mobile. Gli esecutori Governo Meloni e maggioranza parlamentare di destra-centro: a colpi di decreti, emendamenti e leggi senza precedenti stanno letteralmente consegnando l’Italia nelle mani della lobby del wireless, prossima ad installare senza alcun tipo di controllo decine di migliaia di antenne sempre più potenti. Ovunque, senza più possibilità di tornare indietro. Già 21 anni fa, però, una sentenza (n. 303/2003) della Corte Costituzionale dichiarò l’illegittimità costituzionale del Decreto Gasparri a salvaguardia della difesa del territorio, dell’ambiente e della salute, materia che deve restare appannaggio delle istituzioni locali, secondo la ripartizione sancita dalla nostra Costituzione.

Riportaiamo alcuni stralci della nota diffusa dai comitati Stop5G.

Lo scorso 18 giugno in sede di conversione in legge del Decreto Legge 7 maggio 2024 n. 60 recante “ulteriori disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione”, è stato discusso alla Commissione Bilancio del Senato e votato l’emendamento all’Art. 4 n. 40 (4.40) che recita quanto segue:

Dopo il comma 7 aggiungere, in fine, il seguente: «7-bis. Al fine di consentire il tempestivo raggiungimento degli obiettivi di trasformazione digitale di cui al regolamento (UE) 2021/240 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 10 febbraio 2021, e al regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 12 febbraio 2021, fino al 31 dicembre 2026, per gli interventi del Piano “Italia 5G” di realizzazione di nuove infrastrutture di rete idonee a fornire servizi radiomobili con velocità di trasmissione di almeno 150 Mbit/s in downlink e 30 Mbit/s, la localizzazione degli impianti nelle aree bianche oggetto dell’intervento è disposta, anche in deroga ai regolamenti comunali di cui all’articolo 8, comma 6, della legge 22 febbraio 2001, n. 36, sulla base della posizione dei pixel sul territorio nazionale come indicati dal relativo bando di gara.»

L’emendamento, proposto dai Senatori Liris e Nocco di Fratelli d’Italia, costituisce una palese controffensiva all’atteggiamento prudenziale e rispettoso del diritto alla salute individuale e collettivo che numerosi enti locali, Comuni e Regioni, stanno assumendo nei confronti della deregolamentazione introdotta dal Governo in materia di impianti di telecomunicazioni attraverso i provvedimenti di recente adozione:

• Entrata in vigore dell’Art. 10 D.L. 214 del 30/12/2023 “Decreto concorrenza”, che ha alzato il limite massimo delle emissioni previsto per gli impianti di telecomunicazioni dai precedenti 6 v/m a 15 v/m, un incremento delle soglie di sicurezza del 150% in assenza di autorizzazione sanitaria, che ne’ il Ministero della Salute, né l’ISS né altro ente accreditato hanno rilasciato; provvedimento aggravato dal fatto che nel nostro paese, unico in Europa, già dal D.L. 179/2012 (c.d. “Decreto Crescita 2.0” a cura del Governo Monti), la misurazione avviene sulla media delle 24 h anziché sui 6 minuti di maggior traffico giornaliero, con una sovraesposizione smisurata per la popolazione italiana, ora incrementata dall’elevazione della soglia limite;

• Entrata in vigore delle disposizioni contenute nel Decreto legislativo 48/2024, c.d. “Decreto correttivo del Codice delle comunicazioni elettroniche”, che introducono ulteriori norme semplificative, in particolare sulle autorizzazioni paesaggistiche, sulla corretta interpretazione della assegnazione di uno spazio elettromagnetico ai concessionari, sulle agevolazioni per i microimpianti.

La percezione è che ci si trovi di fronte a una violenta forzatura sulla totale deregolamentazione delle installazioni per le telecomunicazioni, operata dal Governo per rispondere a non si sa quali “obblighi” sui quali a questo punto è necessario che venga fatta chiarezza a beneficio dei cittadini e dei vari organi attraverso i quali la Repubblica esprime il proprio esistere: i Comuni, le Città metropolitane, le Regioni.

Un palese attacco alla democrazia e alla distribuzione delle competenze stabilite dalla nostra Costituzione al fine di garantire uno svolgimento democratico della vita repubblicana a tutti i livelli.