OLEA EUROPEA: L’OLIVO, PIANTA DELL’ATEROSCLEROSI

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L’olivo è un albero appartenente alle oleacee, con foglie persistenti (non caduche autunnali) e coriacee, dal tronco contorto di legno duro e compatto impiegato in erboristeria. E’ particolarmente diffuso nelle zone collinari dell’area mediterranea, apprezzato da millenni per l’olio che si ricava dalle olive, ossia dai suoi frutti.

Il termine olio è una determinazione generica di varie sostanze grasse e liquide a temperatura ambiente ed insolubili in acqua. L’olio d’oliva è il più pregiato olio alimentare ottenuto per friggitura e spremitura. E’ usato per condire, cuocere e conservare i cibi (sott’olio). Credo che sia una dei beni più preziosi per l’umanità regalataci dalla natura vegetale.

In campo medico emerge chiaramente una contraddizione tra le olive, il frutto da cui ricava l’olio (ripeto sostanza grassa e liquida) e l’impiego in fitoterapia delle foglie e dei giovani getti (germogli) quali materia prima per le seguenti indicazioni terapeutiche: azione anti – aterosclerotica, ipotensiva arteriosa, ipoglicemizzante ed antiaggregante piastrinico (giovani getti).

La contraddizione tra le proprietà del frutto (olive) e quella delle foglie perenni, giovani getti dell’albero e solo apparente. Resta oscura per chi non sa leggere i segnali naturali vegetali, “cose mute” (bondelaire) che, molto spesso, rientrano nella legge della “coincidentia oppositorum” (coincidenza degli opposti) del filosofo rinascimentale Niccolo Cusano, poi ripresa, secoli dopo, dal tedesco Hegel.

Su queste solide basi “paracelsiane” la ricerca scientifica al riguardo ha affermato che, dal punto di vista clinico, (E.Campanini. Dizionario di fitoterapia e piante medicinali. 1988). Aggiungerei, come specialista cardiologo, che all’azione simil calciantagonista (vasodilatazione periferica) va associata anche una altrettanto modesta azione diuretica, sia da parte delle foglie che dei giovani getti.

L’organotropismo riguarda i vasi arteriosi, il metabolismo lipidico e glucidico. I preparati sia fitoterapeutici (T.M.) che gemmoterapeutici (1 DH) presentano una buona tollerabilità e non provocano alcuna azione depressiva (inotropa negatica) a carico del cuore. L’azione vasodilatatrice coinvolge anche il circolo coronarico al punto tale da poter prevenire attacchi di angina pectoris.

Le foglie di ulive (T.M. Tintura Madre) sono in grado di ridurre sia la viscosità ematica che di facilitare la diuresi (G. Pensa. Piante medicinali nella terapia medica 1989). Altri due ricercatori italiani quali F. Capasso e L. Donatelli (Fito farmaci 1996) hanno segnalato che nelle foglie vi sono acidi grassi polinsaturi (in particolare, l’acido linoleico) che sono in grado di ridurre il colesterolo “cattivo” (LDL) ed incrementare quello “buono” (HDL).

Vengono cosi confermate scientificamente le indicazioni che R.Benigni, C.Capra e R.E. Cattorni avevano sostenuto nel famoso testo, del 1962/1964, “Piante medicinali: chimica, farmacologia e terapia”.

Confermato il loro benefico impiego nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa lieve – moderata, dislipidemia (tipo II sec. Fredrickson) con tendenza all’aterosclerosi, modesta iperglicemia. Sarebbero proprio questi acidi grassi polinsaturi a permettere l’integrità dei vasi arteriosi grazie alla formazione di trombossano e di prostaglandine.

La terapia va protratta per diversi mesi (Olea europea T.M., 40 gtt tre volte al giorno) magari anche associata al Biancospino (Crataegus oxiacantha) nei soggetti eretistici con tendenza alla tachicardia. L’abbassamento dei valori pressori non è immediata ma si instaura dopo una mezzora dalla somministrazione, continuando ad agire per almeno 24 ore.

Secondo R. Benigni e colleghi (opera citata) le foglie di olivo avrebbero persino proprietà antiaritmiche (extrasistoli atriali e/o ventricolari non sostenute né gravi). L’impiego topico del decotto delle foglie di olivo viene utilizzato nelle infiammazioni delle mucose accessibili (specie come colluttorio) e per lavorare piaghe e ferite (azione astringente).

Personalmente ho utilizzato come B.Brigo (L’uomo, la Fitoterapia, la Gemmoterapia 1997) l’Olea europea più come gemmoterapico che fitoterapico: M.G. (macerato glicerico) 1 DH 40 gtt due volte al giorno, 15 min prima dei pasti, nei soggetti con ipertensione lieve – moderata senza danni d’organo, dislipidemia tipo II sec Fredrirkison, “buone forchette” tendenti all’obesità,ed a rialzi glicemici. I pazienti, tutti selezionati, ne hanno tratto grande beneficio.

a cura di Aldo Ercoli
Specializzato in Cardiologia e Broncopneumatologia e esperto in Malattie Infettive. Cardiologo già docente in Microbiologia ambientali, Medicina Naturale e di formazione dei medici di medicina di base.