Parla il regista/filosofo Esper Russo: “Spazi storici all’altezza dei contenuti, all’insegna della bellezza”

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Con “Dante Incanto” lo spettacolo di Esper Russo ha riscosso ampio successo alla seconda edizione di  “Atmosfere nel Palazzo e nei Giardini” in corso ad Anguillara. Il 6 luglio torna in scena con “Ettore ed Achille” 

Non solo musica alla seconda edizione di “Atmosfere nel Palazzo e nei Giardini”, il festival in corso ad Anguillara. Nei dodici appuntamenti in cartellone figurano anche due appuntamenti teatrali. A portali in scena per gli spettatori di Anguillara, l’Associazione Culturale Il Salto che vanta numerosi spettacoli teatrali.

Una suggestione unica ha avvolto gli spettatori che hanno seguito il 26 maggio scorso l’evento “Dante Incanto”. I versi della Divina Commedia sono stati declinati in modo straordinario tra musica, voce recitante e la splendida voce del soprano Vania Pietrobattista.

Regista dei due incontri teatrali in programma è Esper Russo. Nato a Taranto, filosofo, artista ed autore nel campo musicale, teatrale e cinematografico, Esper Russo, vive e lavora a Canale Monterano.

Così racconta la sua partecipazione alla manifestazione organizzata, con la direzione artistica di Mauro Di Domenico, dalla Città di Anguillara Sabazia con il cofinanziamento di Regione Lazio a valere dell’Avviso Pubblico per il sostegno a progetti di valorizzazione del patrimonio culturale attraverso lo spettacolo dal vivo e la collaborazione di Aisfor, Dmo Beltur e Pro Loco Anguillara.

Esper Russo, Dante a Palazzo con l’appuntamento del 26 maggio scorso ha riscosso un ampio successo. Si è commentato che davvero, come nello spirito della manifestazione, si è creata un’atmosfera unica tra luogo e rappresentazione. Da regista che sensazioni ha potuto trovare?

“Vivere lo spazio della Loggia del Palazzo Baronale di Anguillara con il concerto “Dante Incanto” è stata un’emozione intensa all’insegna della Bellezza, che è certamente la dimensione che caratterizza la nostra nazione. L’Italia è Bellezza, in tutte le sue declinazioni. Unire Dante Alighieri, padre della nostra cultura, non solo letteraria ma anche linguistica, per me è stato un motivo di grande gioia perché il mio progetto richiede luoghi corrispondenti all’altezza dei contenuti proposti e il palazzo Baronale lo è stato”.

Il suo teatro sarà in cartellone il prossimo 6 luglio ai Giardini del Torrione con lo spettacolo “Ettore e Achille”, due figure che restano prorompenti nella cultura collettiva. Che riproposta ne farete?

“Lo spettacolo si muove sul crinale tra l’epico e il poetico, tra il poema e il lirico, tra il classico e il romantico esistenzialista. Ettore e Achille sono due eroi fuori da ogni etica, mancano di autocoscienza, sono mossi esclusivamente dalle loro passioni, le loro azioni non sono imputabili di alcuna colpa o peccato. La loro solitudine di fronte al loro comune destino di breve vita è esaltata dalle loro figure in solitario che in un crescendo di intensità si scontreranno nel loro furente duello. Duello malinconico per la loro gioventù spezzata, uno scontro verbale in cui Ettore e Achille violentemente vogliono distinguersi ma alla fine si riconosceranno inseparabili diventando due amici, due fratelli. Con loro finisce la vita selvaggia che accetta il fato. L’eroismo oggi è quello di saper accettare il paradosso dell’esistere”.

Sembra giunto il tempo tanto auspicato delle sinergie. Qual è il suo sentire al riguardo?

“Credo che più di sinergie occorra parlare di comunità di intenti, quindi non tanto di energie messe insieme ma stesse finalità da perseguire ed oggi, ritengo che il nostro Paese, ed anche il nostro territorio, abbia necessità di restituire valore alla civiltà, al segno umanistico, alla dignità dell’uomo. Di fronte a questi obiettivi credo sia indispensabile riconoscersi reciprocamente e collaborare insieme  così come è accaduto nella circostanza di “Atmosfere””.

Come è l’interazione con il gruppo di lavoro che sta realizzando la manifestazione ed in particolare con il direttore artistico Mauro Di Domenico?

“L’ambiente culturale e artistico non ha valore se non è radicato su un fondamento umano ed è questo l’elemento che ho riconosciuto e vissuto in questa esperienza: una bellissima umanità unita a competenza. Mauro Di Domenico, il direttore artistico, ci ha manifestato una squisita accoglienza, unita ad una raffinata sensibilità artistica”.

Ad un animo sensibile e attento quale il suo, quale ispirazione le danno i luoghi nei quali si tiene il festival?

“Gli spazi del Palazzo Baronale e i Giardini del Torrione uniscono bellezza naturale e artistica e sono un lusso per un artista che vede abitare i propri lavori in questi spazi così suggestivi. Ispirano solo un vero rispetto e il generare altrettanta bellezza”.

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