IL POSSIBILE RITORNO DELLA MALARIA IN ITALIA

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Malaria, ovvero “cattiva aria”. E’ stata per secoli qui da noi l’habitat naturale della febbre delle paludi, maremmane, lacustri, dei pantani.

di Aldo Ercoli

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E’ una malattia infettiva causata da un ematozoo specifico, il “plasmodium”, (p. falciparum, p. malarico, p. ovale, p. vivax), che viene inaculato con la puntura di zanzare appartenenti alle diverse varietà della famiglia delle “Anofeles”.

E’ la malaria, una patologia parassitaria che, nonostante i notevoli progressi terapeutici e preventivi, resta una delle infezioni a maggior impatto epidemiologico. Nel 2016, a livello mondiale, vi sono stati su 200 milioni di persone infettate ben 400 mila decessi.

La malattia colpisce solo gli esseri umani perché loro sono il solo serbatoio. Ora è vero che è endemica in aree tropicali e subtropicali, purtuttavia, con i cambiamenti climatici in corso ci potrebbe riguardare più da vicino, non essere solo importata. Con la “tropicalizzazione del Mediterraneo” siamo certi che, con la torrida, calda estate, l’anofele – zanzara non venga a farci visita?

Durante il nostro “pseudoinverno” 93/94,ci sono stati, in Argentina e soprattutto in Brasile, decine di migliaia di contagi con molti morti. Non è mia intenzione spaventare nessuno ma saper prevenire penso  sia un comportamento saggio.

Sinora in Italia va sospettata in soggetti febbrili provenienti da zone endemiche (America centromeridionale, Africa subahariana, Asia meridionale) ma, ripeto, i cambiamenti climatici possono seriamente influenzare l’epidemiologia dell’infezione. Il vettore, ossia la zanzara che ci trasmette la malattia, è una femmina della zanzara Anofheles che di solito punge al crepuscolo, al calar del sole.

Rischiamo un po’ tutti, specie le donne in gravidanza perché <<la malaria costituisce un problema serio sia per la gestante sia per il prodotto del concepimento>> (Dal Sintomo alla Terapia Medica. Gugliucci 2023).

Una volta che i parassiti, con la puntura, entrano nel sangue si moltiplicano nel fegato (fase eso – eritrocitaria), poi gonfiandosi e distruggendosi si trasformano “merozoiti” che, entrando nel torrente sanguigno, si legano a recettori specifici della membrana eritrocitaria entrando dentro i globuli rossi (fase endo – eritrocitaria).

Qui il parassita che ha “mutato aspetto”di nuovo si moltiplica nutrendosi di proteine intracellulari (soprattutto di emoglobina). Ora vi sono soggetti geneticamente immuni mentre altri non lo sono. In questi ultimi la filtrazione splenica (passaggio nella milza) rappresenta un aspecifico meccanismo di difesa.

Se il parassita eritrocita rio elude il filtro splenico poi esplode, si frantuma, rilasciando un materiale che attira i macrofagi <<con conseguente rilascio di citochine proinfiamamtorie responsabili della febbre di altri effetti patologici (Harrison Principi di Medicina Interna). Attualmente non assistiamo più a rialzi termici ogni 48 – 72 ore (febbre terzana o quartana) a seconda della periodicità degli attacchi.

Molto più spesso vi è una febbre continua giorno e notte, oppure remittente (giorni senza febbre) che si accompagna con stato astenico e malessere generale, cefalea, dolori muscolari. Non è raro confonderla con una sindrome influenzale. Il periodo di incubazione varia da un minimo di una settimana fino anche a 20 – 30 giorni.

Dalle varie specie di plasmodi la malaria grave è maggiormente imputabile al p. falciparum ma, in parte, anche al p. vivax. La diagnosi si basa sulla presenza del parassita nello striscio sottile oppure a goccia spesso del sangue periferico (meglio se colorato Giemsa)Esistono però attualmente anche test rapidi per l’identificazione antigenica, utili nel pronto soccorso, in mancanza di esperienza parassitologica per la valutazione dei vetrini ematici.

La profilassi prevede la protezione delle zanzare con un idoneo abbigliamento, repellenti sulla cute e zanzariere nelle case. Per quanto concerne i farmaci personalmente consiglio la doxicillina 100 mg (Bassado, Minocin) una comp x 2 volte die, subito dopo la puntura, per un periodo non inferiore alle due settimane (è controindicato in gravidanza ed al di sotto degli 8 anni; possibile la fotosensibilizzazione).

La clorochina 25 mg/Kg nella malattia febbrile da p. vivax, p. ovale , p. malarico e p. falciparum clorochina sensibile. Invece nella clorochina resistente al temibile p. falciparum si utilizza l’Atovaguone – Proguanil (Melarone cps 250/100 mg, 4 cps/die per 3 giorni). Nelle donne gravide al II – III trimestre è utile la meflochina (Lariam), nel I trimestre la chinina solfato + Clindomicine.

Aldo Ercoli