Le scogliere non arrivano: prende corpo il sabbiodotto

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Il progetto a Ladispoli sarebbe finanziato direttamente dai balneari
 
Finanziate dalla Regione, le scogliere non sono ancora arrivate per difendere la costa di Ladispoli e allora i balneari provano a giocare d’anticipo con un piano fai-da-te. Si parla già della realizzazione di un sabbiodotto, con il contributo degli stabilimenti, per il ripascimento delle spiagge.
L’idea arriva proprio da Assobalneari e dai gestori che nei giorni scorsi hanno incontrato l’amministrazione alla quale hanno sottoposto la loro idea, probabile stufi di aspettare invano un progetto, quello dei 6 milioni per le scogliere, che per un motivo o per l’altro non riesce a vedere la luce.
«Ogni anno – spiega il presidente di Assobalneari Ugo Boratto – le spiagge si riducono di almeno 10 metri. Di questo passo a breve non avremo più arenili a disposizione». Ad ogni stagione praticamente le file degli ombrelloni rischiano di essere arretrate sempre di più con gravi danni per il comparto turistico.Ecco perché i privati sono pronti a mettere a disposizione delle risorse economiche, anche ingenti, per poter procedere, intanto, con il ripascimento.
Tutto grazie, come già fatto a Fiumicino, ad un sabbiodotto in grado di accumulare e “sparare” sabbia all’occorrenza per allargare le spiagge anche di 20 metri.
Ovviamente, da solo, il progetto non basterà ad arrestare l’avanzata del mare.
«Non sappiamo ovviamente in quanto tempo la sabbia aggiunta resterà sugli arenili – ammette Boratto – però è chiaro che potrebbe essere un intervento concreto in attesa poi del piano vero e proprio della Regione Lazio».
Dalla Pisana su questo non arrivano notizie confortanti. Il progetto è fermo a causa di un iter burocratico farraginoso e dell’aumento dei costi dei materiali. Non meno importante la questione Bolkestein che pende come una spada di Damocle sulle teste dei gestori. Per Assobalneari questo è un problema che andrà affrontato a tempo debito.
Di certo, però, la compartecipazione a un piano di così grande portata (si parla di circa 2milioni di euro da suddividere per 26 stabilimenti balneari) potrebbe far conquistare punti a favore agli attuali proprietari delle concessioni demaniali che un domani, partecipando ai bandi di gara ufficiali, potrebbero ottenere il rinnovo delle licenze.
«Sempre più turisti e villeggianti romani scelgono Ladispoli per trascorrere l’estate – parla Marco Lazzeri, titolare della struttura Tritone in via Marco Polo – anche se le nostre difficoltà sono relative al fenomeno erosivo. Negli ultimi 10 anni abbiamo perso un terzo della spiaggia e spesso, specialmente nel fine settimana, siamo costretti a mandare via le persone perché non c’è spazio. Di conseguenza ci sono meno posti di lavoro perché abbiamo ridotto il personale. Si parla sempre di scogliere ma il progetto non è ancora arrivato a maturazione».