Simone Godano in “Sei fratelli”

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Sul grande schermo la storia scritta a quattro mani con Luca Infascelli. Nel cast ci sono Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini e Valentina Bellè. Il film è prodotto da Grøenlandia e Rai Cinema. Arriverà in sala il primo maggio con 01 Distribution.

di Barbara Civinini

Una famiglia è anche, forse soprattutto, fatta di voci che s’intrecciano, è un linguaggio comprensibile solo a chi lo pratica, scriveva Natalia Ginzburg. Proprio per questo i protagonisti del quarto film di Simone Godano, il regista di “Marilyn ha gli occhi neri”, hanno grandi problemi di lessico familiare.

sei fratelli
Locandina orizzontale  “Sei fratelli”,  particolare

La storia di “Sei fratelli” è quella di una famiglia allargata come tante. Marco (R. Scamarcio), Guido (A. Giannini), Leo, Luisa (V. Bellè), Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante (G. Dix). Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, dove vivono l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.

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A sinistra Riccardo Scamarcio con Valentina Bellè  – 01 Distribution

Il regista Simone Godano, che ha scritto il soggetto con Luca Infascelli, spiega che l’idea del film gli è venuta quasi per caso, da una chiacchierata con un amico. Lui doveva dare un’importante notizia alla sorella – racconta – ma non la riusciva a rintracciare perché non aveva i suoi contatti, non sapeva dove vivesse, non aveva sue notizie da anni. Era figlia dello stesso padre ma di madre diversa, come altri suoi fratelli. Bizzarro pensai, io che ho un solo fratello e i miei genitori stanno insieme da 53 anni, dice il regista. Queste famiglie penso abbiano una sola caratteristica comune: ognuna è diversa dalle altre. Sono famiglie spesso numerose dove esistono accese rivalità, conflitti sopiti, risentimenti che neanche il tempo riesce a ricucire. Ecco – spiega Godano – noi raccontiamo questo tipo di famiglia.

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Una scena del film – 01 Distribution

L’incontro fra questi fratelli quasi sconosciuti, dopo la prima ebbrezza “d’amore”, dove tutto può sembrare duraturo, svanisce presto con la sua grande illusione e tutto torna come prima. Il regista per il suo film ha voluto una luce atipica, nord-europea, che rispecchiasse un po’ lo stato d’animo dei suoi personaggi con un registro che passa dalla commedia al dramma e per questo l’ha ambientata a Bordeaux e ha scelto un direttore della fotografia francese, Guillaume Deffontaines.

L’obiettivo del regista era proprio quello di andare “a caccia” di un’emotività non scritta, di libertà, di sorrisi naturali e di sentimenti che sono  alla base della pellicola. Molti l’hanno paragonata a un film di Muccino, ma tutto sommato si tratta di sei “personaggi” in cerca di famiglia, disegnati, secondo alcuni, più con i canoni della commedia corale francese piuttosto che di quella italiana più recente, alla Virzì, per intenderci. Alla fine però i sei fratelli dovranno fare i conti con un amore “diverso”, quello descritto da papa Franciscus quando dice che la famiglia non è la somma delle persone che la costituiscono, ma una “comunità di persone” e cioè il luogo dove s’impara ad amare.