Sul palco domenica 14 aprile, ore 22 a piazza Rossellini
MA CHI ME LO HA FATTO FARE?
di Mara Fux
Sono passati quasi 20 anni dacché li hai creati eppure non c’è domenica che i tuoi Ariel e Cassiodoro non salgano assieme al Notaio su qualche palcoscenico di piazza, proprio come avverrà a Ladispoli domenica 14 aprile alle 22,00: personaggi intramontabili?
Pare proprio di sì considerando anche che in piazza devi offrire un repertorio leggero, che concili con l’automobile che passa e con quello che a voce alta chiama l’amico; qui l’obiettivo è il divertimento che scaturisce dalla risata condivisa, per cui fai la scaletta scegliendo spesso i pezzi a braccio a seconda di come percepisci “quel” pubblico. A Ladispoli sarò ospite della 71° Sagra del Carciofo: Ariel, Cassiodoro ed il Notaio lo terranno bene a mente!
Radio, televisione, piazze, cinema. La domanda a questo punto è d’obbligo: chi te lo ha fatto fare di aggiungere in agenda un nuovo spettacolo teatrale?
È quello che mi sono chiesto anche io tanto che l’ho chiamato proprio “chi me lo ha fatto fare?” e ti rispondo che, a farmelo fare, è stato l’unico per il quale ho ragione di fare il mestiere che faccio e cioè il pubblico, il quale con la sua affezione, col suo calore, col suo sorriso mi dà quell’energia che mi porta a voler essere presente ovunque esso sia. Per cui ho deciso di raccontargli tutto di me.
Come fai a raccontargli una vita intera, li inchiodi alle poltrone?
Tu ci scherzi ma la prima volta che l’ho rappresentato è durato tre ore e venti.
Tre ore e venti minuti? Li hai stesi!
È durato davvero così ma non me ne sono accorto né io né loro. Sono partito da quando ero bambino dicendogli tutto su come ero e su quello che facevo; poi l’adolescenza con gli amici, i compagni di scuola, i primi lavori, la decisione di riprendere gli studi universitari a 25 anni per proseguire l’attività di famiglia come farmacista eccetera e avanti fino all’intervallo; poi nella seconda parte ho raccontato come casualmente facendo il personaggio di Michelino piciù-piciù mi sono ritrovato coinvolto in una serie di cose che mi hanno portato fino ai giorni nostri.
Racconti anche degli incontri che hai fatto?
Si, parlo di Lillo, di Corrado, di Distretto, di Gigi e di tutta questa meravigliosa esperienza che non saprei dire se avvenuta per bravura, per casualità o fortuna ma che sicuramente ho fatto per sentire l’applauso del pubblico. Le vibrazioni che mi dà la presenza del pubblico è la mia ragione di esistere.
Molti tuoi colleghi alla stessa età scrivono un libro per raccontare la propria vita: per farlo tu hai scelto di allestire uno spettacolo?
Non mi ritengo così importante e mi fa pure ridere l’idea. Potrei capirlo fatto da un Nobel ma io sono solo uno che ha fatto un proprio percorso, magari un po’ sui generis ma è solo un percorso.
Nello spettacolo il pubblico interviene?
Difficilmente, magari ammicca ma sono situazioni individuali che uno si aspetta e si allineano con le due raccomandazioni che faccio sempre prima di iniziare.
Cioè?
Anzitutto che non sono obbligati a stare seduti dall’inizio alla fine, se non gli piace sono liberi di andar via. Poi che non devono assolutamente spegnere i telefonini perché potrebbe trattarsi di una telefonata urgente di famiglia, solo che se rispondono poi ci debbono render partecipi della telefonata. A quel punto tutti spengono ma uno che se ne dimentica c’è sempre e lo squillo si trasforma in una gag.
Qual è la tua prima dote?
La bontà che poi è anche il mio primo difetto, soprattutto se consideri che viviamo in un mondo di furbi. Potrebbe rientrare tra gli argomenti che tratti in “Soggetti Smarriti”, il programma che conduci assieme a Francesco Maria Vercillo e Simona Banchi su Rai Radio 2? Quella del programma è diventata una seconda famiglia con cui mi riunisco dalle 22 alle 23 dal lunedì al venerdì per parlare di tutto quello che avviene. Direi di sì, che nel caos generale in cui cadiamo sfogliando le cronache anche la bontà potrebbe diventare un tema da trattare, anzi sai che ti dico? Grazie del suggerimento!