Una domenica lungo il Canale di Suez.
di Adriano Botta
Da un articolo della stampa mondana francese del 1850 si leggeva. “Al recente
ballo al Palazzo delle Tuilleries di Parigi, tra le molte coppie volteggianti al suono di
un valzer, si potevano notare un affascinante giovane, Ferdinando De Lesseps, figlio del Console Francese in Egitto, a la sua graziosa cugina, la contessa De Teba- Vi era pure un signore indiano, veggente, che seduto in un angolo leggeva il futuro maneggiando le sue dita nella sabbia! Molte giovani coppie, curiose, si facevano predire il futuro. Venne il turno di Ferdinando ed Eugenia. A lei fu predetto un futuro meraviglioso, mentre a Ferdinando il veggente predisse: “Lei scaverà un fossato!” La cosa fece ridere i due cugini, ma il destino si avverò. Eugenia divenne moglie dell’Imperatore dei Francesi, Napoleone III, mentre
Ferdinando, divenuto Console Generale di Francia in Egitto, avvalendosi dei piani dell’ingegnere trentino De Negrelli, intraprese la costruzione del Canale di Suez!
Ismailia, Egitto 1949. Tanto per cambiare la solita escursione alle Piramidi e dintorni, il professore di storia e geografia Luca Silvestri decise di portarci in riva al Canale. Per un’ora, seduti in un caffè in riva al lago Timsah, egli ci descrisse molti particolari: “Il Canale, in tutta la sua lunghezza da Suez, attraverso i laghi Amari, ed il lago Timsah, è di 120 chilometri, ma come vedete è largo solamente cinquanta metri ma da quando fu inaugurato nel 1869, quella larghezza era sufficiente al transito dei mezzi di navigazione di quei tempi” .
Quella frase mi rimase impressa. Ero sempre stato di carattere imprevedibile ed avventato, e decisi con cinque miei compagni di classe, di organizzare per conto nostro un ritorno ad Ismailia, una gita al Canale, ma dovevo procurarmi il trasporto e vi era una persona in
famiglia di cui potevo fidarmi. Un mio cugino, Alastair Knell, maggiore dell’esercito britannico con sede al Cairo. Era un tipo gentile e simpatico e decise di portare me ed i miei amici in gita al Canale. Detti appuntamento ai miei compagni sotto casa mia al Cairo per le otto di una domenica mattina. “Portate con voi una bottiglia di acqua ed un asciugamano, siete tutti dei buoni nuotatori perché oggi attraverseremo il Canale a nuoto!” I miei compagni delle medie ne furono entusiasti. Alastair giunse puntuale alle otto: io, mio fratello, ed i miei cinque compagni, salimmo sulla camionetta militare ed in capo a novanta minuti ci trovavamo ad Ismailia! “Ed ora che si fa?” Alastair, sudava nella sua uniforme militare; c’erano trentadue gradi all’ombra. “Costeggiamo il Canale sulla rettilinea che porta a Porto Said, e poi fermiamoci prima del ponte di El Kantarah, scendiamo, ci spogliamo,
ed attraversiamo il Canale a nuoto. Sostiamo per un po’ sull’altra riva e poi torniamo indietro. Sono solo cinquanta metri e tutti sappiamo nuotare. Dai Alastair spogliati anche tu!” Ad un tratto notammo giungere a gran velocità un camionetta con cinque militari inglesi. Scesero dal veicolo armati: infatti le due sponde del Canale erano sorvegliate e
controllate da soldati inglesi. Notando l’uniforme di Alastair, lo salutarono militarmente. Il più alto in grado disse che il Canale era una zona militare e. bla bla bla. “Beh, visto che non c’è nessuno, “Alastair continuò a spogliarsi, abbiamo deciso di fare una bella nuotata, e vi suggerirei di spogliarvi e nuotare con noi: puzzate come maiali!” I Soldati sorrisero ed ubbidendo ad un ufficiale di grado superiore non se lo fecero dire due volte.
Si spogliarono pure loro e tutti nudi ci tuffammo in acqua. Non vi era nessuna nave in vista e nuotammo tranquillamente senza alcuna fretta. Giunti sull’altra sponda, continuai la lezione di geografia del prof. Silvestri. “Ci troviamo ancora in territorio egiziano. Questa è la penisola del Sinai, ma con la costruzione del Canale, l’Africa è stata divisa dall’Asia per cui noi geograficamente pur essendo ancora in Egitto ci troviamo in Asia! Oltre
il Sinai ci sono tanti paesi da poter attraversare per raggiungere la lontana Cina, ma da oggi voi amici, potrete vantarvi di dire che siete stati in Asia, e se qualcuno vi prenderà per matti, direte loro che vi è bastata una bella nuotata, ed avete trascorso una domenica da ricordare!”.