19 MARZO: LA FESTA DEL PAPÁ E DI SAN GIUSEPPE, PATRONO DI LADISPOLI

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festa del papà

In Italia il 19 marzo è la Festa del Papà, il giorno in cui diciamo grazie ai nostri papà per tutto quello che fanno per noi. Giorno del calendario che nel 1479 papa Sisto IV dedicò a San Giuseppe, il presunto padre di Gesù, secondo la dottrina cattolica infatti, Gesù era figlio solo di Dio e della Madonna.

Una festa che omaggia il ruolo del genitore all’interno della società, riconosciuta nel mondo ma in date diverse in base alla cultura e alle diverse tradizioni, persino il significato stesso della giornata assume sfumature differenti in base al luogo in cui viene celebrata. Nel nostro Paese, e in tutti quelli dove la fede cattolica è il culto principale, si è scelto ovviamente Giuseppe quale “padre per eccellenza”: buono, laborioso, comprensivo e capace di crescere il Figlio di Dio e il 19 marzo è diventato il giorno del Papà.

San Giuseppe è il Patrono di Ladispoli e la città era solita festeggiare in piazza il santo. I vecchi ladispolani ricorderanno sicuramente i festeggiamenti a suon di mortaretti, la processione con la statua del santo, l’allegria che solo una festa popolare sa infondere. Ebbe i suoi natali nel lontano 1958, tornata alla ribalta a distanza di 30 anni grazie alla Pro Loco presieduta all’epoca da Aldo Ercoli, che volle ripristinare l’usanza. Come ricordato da Paolo Rubrianti in un articolo datato 2018 e corredato dalle foto scattate in occasione della funzione religiosa nella Chiesa di S.Maria del Rosario, la rinascita fu possibile grazie all’acquisto della statua di San Giuseppe ad opera di una donna che aveva un importante esercizio commerciale di articoli sacri a Roma. Non sappiamo quando e se si tornerà a festeggiare San Giuseppe con una festa popolare, intanto si possono già gustare negli esercizi commerciali di Ladispoli le zeppole di San Giuseppe, un cibo tradizionale che la cronaca non ha tolto. Le gustose frittelle guarnite di crema pasticcera e amarene si attribuiscono al santo, si dice che durante la fuga in Egitto, Giuseppe fu costretto a mettersi a vendere le frittelle per mantenere la famiglia. Sempre dedicati al santo, i bignè ripieni di crema, tipici della tradizione romana chiudono in dolcezza il pranzo della festa.