dal nostro inviato Giovanni Zucconi
Parlare di un politico in modo obiettivo e distaccato è oggettivamente difficile. Si tende inevitabilmente ad essere più benevoli se fa parte della tua area politica o, altrettanto inevitabilmente, a sminuirlo in tutto quello che fa se milita altrove. Io vorrei provare a chiedere una sospensione di questo approccio, e a suggerire di interpretare come un qualsiasi evento storico, slegato dalla cronaca e dalla passione politica, quello che andrò a raccontare. Perché faccio questa curiosa premessa? Perché vorrei evitare che la normale e sana competizione politica cervetrana possa influenzare troppo il giudizio e l’interpretazione da dare ad un evento che a me è parso straordinario. In Italia, in occasione delle competizioni elettorali, nascono sempre nuovi partiti. Quelli nuovi, che assumono un carattere nazionale non sono pochi, ma neanche tantissimi. La nascita di un Partito è sempre un evento molto significativo e frutto, quasi sempre, di scissioni da qualcosa che già esisteva, e dalla fuoriuscita di qualche politico, deputato o senatore, importante. Per questo ho trovato “storicamente” straordinaria la nascita di un nuovo partito a carattere nazionale, “Italia in Comune”, che ha come primo fondatore e leader riconosciuto il nostro Sindaco, Alessio Pascucci. Quanti sindaci di Cerveteri (o di Ladispoli) hanno avuto una risonanza al di fuori della nostra Regione, ad essere larghi? Mi posso sbagliare, ma a me non ne risulta nessuno. Per questo vi chiedo di dimenticare un attimo le vostre simpatie o antipatie per Alessio Pascucci, e di concentrarvi sull’evento che proietta il nostro Sindaco, e inevitabilmente la nostra città, su un palcoscenico nazionale. Oggi, che piaccia o meno, è stata una giornata storica per Cerveteri.
Una città che regolarmente non è mai rappresentata in Parlamento (ma nemmeno in Regione) da un nostro concittadino, avrà da oggi addirittura un leader di un Partito Nazionale che aspira a governare l’Italia. Un Partito, “Italia in Comune”, che nasce con il contributo di più di 400 sindaci di ogni regione d’Italia. E non Sindaci qualsiasi. Tra di loro ci sono Sindaci importanti come quello di Parma (Pizzarotti), di Napoli (De Magistris), di Messina (Accorinti), di Latina (Coletta), tanto per fare alcuni esempi. Un movimento costituito da Amministratori e non da Politici. O, per essere più precisi, da Politici che sono anche Amministratori e non da Politici che hanno conosciuto solo le aule del potere. E non è una distinzione da poco. Io personalmente sono d’accordo con quanto dichiarato da Alessio Pascucci e, tra gli altri, da Federico Pizzarotti, che sarebbe più corretto che si concorresse alla carica di deputato o di senatore solo dopo avere avuto un’esperienza da Sindaco o da Assessore, o comunque da Ammistratore locale. Non si può governare l’Italia se prima non si è provato a governare la propria città. Se prima non ci si è confrontati con i problemi pratici e umani che quotidianamente affronta ogni Sindaco di un qualsiasi Comune italiano. L’idea che un “cittadino qualsiasi”, anche se dotato di cultura sufficiente, possa essere la scelta migliore per governare un Paese complesso come il nostro, non è sicuramente sempre valida. Questo, e tanto altro è stato detto, domenica scorsa a Roma, nell’Opificio Romaeuropa, dove si è svolta la presentazione del nuovo Partito “Italia in Comune”. Il ruolo di padrone di casa e di fondatore lo ha avuto, come già detto, Alessio Pascucci. Oltre ai tanti Sindaci già citati erano presenti, tra gli altri, anche il Governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, l’ex magistrato Antonio Ingroia, l’On. Stefano Fassina e, in collegamento video, Pier Luigi Bersani. Erano anche presenti moltissimi cittadini comuni, molti dei quali non sono riusciti ad entrare nelle sale già gremite. Non voglio addentrarmi in analisi o tentativi di collocazione politica del nuovo movimento. Avremo tempo per farlo quando le cose saranno più mature. Anche considerando che questo nuovo soggetto politico, lo ha dichiarato a tutti i giornalisti presenti Alessio Pascucci, non parteciperà alle elezioni politiche del 2018. Prima si vuole creare una piattaforma di programmi, e soprattutto di valori, che potrà essere proposta agli elettori, presumibilmente, solo a partire dalle elezioni politiche del 2023. Come ha affermato Pascucci, per governare non basta essere d’accordo sulle cose da fare, ma bisogna anche condividere un insieme di valori comuni che non possono essere oggetto di compromesso. C’è tempo quindi per le analisi politiche. Quello che credo sia giusto sottolineare da subito, è l’importanza storica, per la nostra cittadina, dell’avvenimento. Una volta che si sia riconosciuto la straordinario lavoro portato a termine, con indiscutibile capacità, da Alessio Pascucci per fondare un partito nazionale che, almeno sulla carta, avrà buone probabilità di giocare un ruolo da protagonista quando si presenterà a delle elezioni amministrative, possiamo riprendere, ognuno seguendo le proprie convinzioni, ad apprezzare o a criticare il nostro Sindaco. A prescindere…