Ci sono sponsor che portano fortuna. Oltre che lustro e prestigio ai club con cui collaborano. Un esempio recente è il nuovo rapporto tra la Lazio e la azienda Seleco, storico marchio dell’elettronica italiana, che già in passato era stato sponsor sulle maglie della prima squadra della capitale. Proponendo una delle più belle casacche nella storia della Lazio. Ora che il marchio Seleco è tornato a fare bella mostra di se sotto il simbolo della SS Lazio i risultati si sono visti. Ottima la scorsa stagione con la qualificazione all’Europa League, la soddisfazione di aver eliminato la Roma dalla Coppa Italia, vincendo due derby in poche settimane. E quest’anno è partito alla grande con la favolosa vittoria della Super Coppa sconfiggendo la Juventus all’Olimpico. Lazio e Seleco è un matrimonio vincente che lascia presagire grandi prospettive. Come i nostri lettori ricorderanno, L’Ortica si è già occupata di questa prestigiosa azienda italiana.
La Sèleco nasce nel 1965 a Pordenone (località Vallenoncello) come marchio della Zanussi Elettronica S.p.A., in grande stabilimento all’interno del quale veniva organizzata l’intera produzione. Per circa un ventennio Sèleco, prima di divenire società autonoma nel 1984, è stato il marchio “di punta” dei televisori made Made in Italy, arrivando ad essere il primo produttore italiano di televisori. La Sèleco spopola ovunque e l’azienda decide di investire nello sport, entrando anche nel mondo del calcio. Per la stagione 1982/83 quella del rilancio, la Lazio decide di affidarsi ad una persona di casa per sottoscrivere un importante contratto commerciale di forte richiamo europeo. La persona di casa rispondeva al nome di Mario Corsi che fece da tramite tra la Lazio (insieme al presidente Chinaglia) e la Zanussi (rappresentata dal figlio Carlo, direttore commerciale) nella delicata trattativa per la sponsorizzazione con la Sèleco della divisione elettronica Zanussi. Il dottor Carlo Corsi negli Anni ’80 aveva acquisito una profonda conoscenza del settore vendite e marketing attraverso una esperienza di oltre 25 anni nei beni di consumo durevoli all’interno del Gruppo Zanussi-Electrolux. Successivamente, in Sèleco e Brionvega, era stato dapprima Direttore Generale e successivamente Amministratore Delegato.«Con la Lazio c’è stato (spiegava Corsi), oltre al rapporto d’affari, un coinvolgimento emotivo che andava oltre il business pubblicitario Lazio/Gruppo Zanussi. Vivevo al nord, a Pordenone, dove tutti erano considerati sudisti, anche noi romani». Corsi seguiva il calcio romano da lontano, con i mezzi mediatici di allora e senza poterne condividere la passione con altri tifosi fino a quando, grazie alle sponsorizzazioni, si presentava l’occasione di conoscere la prima squadra della Capitale dal vivo. La trattativa iniziale, quella della prima sponsorizzazione Sèleco, venne fatta dall’allora presidente della Zanussi Ing. Lamberto Mazza nel 1982, sotto la presidenza Casoni. Il marchio Sèleco trovava spazio sulla maglia della Lazio grazie all’ideatore della leggendaria “maglia bandiera”: il creativo fiorentino Otello Cecchi, per conto dell’Ennerre. La casacca si presentava per la metà inferiore celeste e per quella superiore bianca, sovrastata sul petto da un’aquila stilizzata. Un disegno che, passando per le maniche, abbracciava il calciatore fino alla schiena, per chiudersi in prossimità del numero. Il nuovo sponsor ufficiale la Sèleco veniva posizionato centralmente tra la testa del rapace ed il vertice del colletto della maglia. Il felice e fortunato binomio Sèleco-Lazio che aveva già accompagnato la squadra biancoceleste nel ritorno in Serie A (1982/83) e poi nella permanenza nella massima serie l’anno successivo (1983/84), venne interrotto bruscamente su decisione della Zanussi che confermando un altro biennio di sponsorizzazione con la Lazio, preferisce sostituire il marchio Sèleco con quello Castor. Con il marchio Sèleco venivano esportati televisori anche in altri paesi europei, quali la Svezia, la Germania, la Francia, la Spagna e l’Olanda. Un meravigliosa favola italiana che nel 2004 si imbatteva in una crisi dovuta ad un mercato troppo dinamico e soprattutto ad una concorrenza non completamente corretta da parte dei produttori stranieri di televisori, che progressivamente spegneva il marchio dal mercato di settore. La Sèleco rimase poi in amministrazione controllata fino al 14 agosto 2006, giorno in cui venne acquisita da Marco Asquini. Nel 2016 arriva il colpo di scena Sèleco, lo storico marchio italiano dei televisori, rinasce a Pordenone dove tutto era iniziato grazie alla Twenty S.p.A., azienda nel settore consumer electronics e già proprietaria del brand Magnadyne, quando annunciava di aver portato a termine l’acquisizione di Sèleco dalla famiglia Asquini, con l’obiettivo di voler rilanciare la produzione del Made in Italy entro il 2017. La società guidata da Maurizio Pannnella nata nel 2014 con un capitale sociale di 10 mila euro, chiudeva il 2016 con un fatturato di 13 milioni di euro. Il Gruppo ha anche al suo attivo la proprietà di altri marchi storici italiani riportati in vita: Magnadyne, (già sponsor Udinese e Spal), Saba e Necchi. La nuova gamma di Tv Sèleco, apparecchi in alta definizione da 24 a 55 pollici, dal design e dalla tecnologia innovativa, è già sul mercato nella fascia medio-alta del settore: un posizionamento premium di grande prestigio.