Era il 10 dicembre del 1948 quando l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, un testo tuttora attuale e di importanza fondamentale per ogni nazione: il rispetto e la dignità per ogni essere umano devono essere le basi fondamentali per la libertà, la giustizia e la pace nel mondo!
Da ogni parte del globo molte persone, attivisti e associazioni, si sono da sempre mobilitate per far estendere questa tutela anche nei confronti degli animali, considerando questi presupposti come diritti inalienabili della vita di tutte le creature che popolano la terra e quindi non solo degli esseri umani. Nel 1998 l’associazione animalista britannica Uncaged Campaigns istituì il 10 dicembre, data simbolo, la giornata di sensibilizzazione dei diritti degli animali. Occorrerà comunque aspettare il 2007 perché la giornata diventi ufficializzata a livello globale: libertà, giustizia, diritto alla vita e rispetto sono condizioni che entrarono a far parte di pieno diritto a tutela dell’esistenza di tutte le specie viventi. Gli effetti di questo riconoscimento non tardarono a manifestarsi: per esempio in pochi anni, molte importanti case di moda hanno sostituito l’uso di pelli e pellicce vere con prodotti alternativi sintetici, molte case farmaceutiche e cosmetiche hanno smesso di testare i loro prodotti su cavie animali e infine la “pet therapy” che è entrata a far parte non solo della vita di tutti i giorni delle persone ma anche a livello psicoterapeutico riconoscendo agli animali domestici un ruolo fondamentale e benefico nella vita dell’uomo. Gli effetti di questa rivoluzione non si sono di certo arrestati: è di poche settimane fa, il 19 novembre, l’annuncio da parte del governo del Regno Unito di riconoscere e includere i molluschi cefalopodi, quindi polpi, calamari e seppie, e i crostacei decapodi, ovvero granchi, aragoste e gamberi, nell’elenco degli esseri senzienti, l’Animal Welfare Sentience Bill. La decisione è stata presa sulla base delle risultanze del rapporto della London School of Economics and Political Science (LSE), che ha esaminato oltre 300 studi scientifici che hanno evidenziato come questi animali, oltre ad essere senzienti, hanno un sistema nervoso centrale che, come per i vertebrati, gli permette di provare dolore. Un riconoscimento importante, sebbene ancora non ci siano effetti diretti di tutela, destinato a rappresentare un altro importante passo per la tutela di tutte le creature viventi.
Di Pamela Stracci